mercoledì, 8 Maggio 2024

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USA: i medici diventano esperti di nutrizione

Credits photo: unito.it

Essere medici negli Usa significa confrontarsi tante volte con persone affette da disturbi dovuti ad un’alimentazione del tutto scorretta come l’obesità e il diabete. Per questo, dal 2012, l’Università della Louisiana ha inaugurato all’interno della scuola di medicina il primo corso di cucina.

Tutto ha avuto inizio 3 anni fa quando l’University School of Tulane in Louisiana ha dato il via al primo esperimento chiamando un docente cuoco per gli studenti del primo e del secondo anno. Da allora la pratica si è sempre più diffusa tra i corsi di medicina e ad oggi sono quasi il 10% le università che negli Usa hanno adottato questo sistema.

Le motivazioni di questa scelta sono aiutare i futuri medici a prevenire i disturbi alimentari dei loro pazienti e poter, a loro volta, essere un esempio di buona nutrizione.

“Traduciamo i principi evidenti di una dieta salutare, come quella mediterranea, per la cucina americana” – è quanto afferma Tim Harlan, cuoco e medico all’interno del Goldring Center for Culinary Medicine. Il programma viene infatti strutturato in una parte teorica in cui si definiscono i principi base della dieta meditteranea e una pratica che integrino le definizioni già studiate ed ha la durata di due anni.

Mentre si pensa di completare gli studi del terzo ee quarto anno con corsi su malattie specifiche come l’insufficienza cardiaca, l’HIV e la celiachia per far si che i futuri medici possano migliorare sempre più le condizioni salutari dei loro pazienti.

C’è grande aspettativa soprattutto sui primi due anni che, secondo Harlan, potrebbero segnare un cambiamento epocale, rendendo i medici che assegnano questi piani di assistenza culinari talmente esperti da scrivere le ricette per la dieta al posto delle prescrizioni.

Cibi cancerogeni: i 5 più consumati

Cibi cancerogeni: quanti ne consumiamo?

Ebbene sì è stato comprovato il legame fra un certo tipo di cibo ed il cancro. I cibi cancerogeni esistono. La maggior parte di essi chiaramente non nasce con proprietà cancerogene ma le sviluppa a seguito soprattutto della cottura sbagliata.

Cibi cancerogeni: quali sono?

Ecco alcuni cibi la cui cottura o non cottura sviluppa agenti cancerogeni:

  • Le patatine fritte, specie quelle in busta che contengono acrilamide ovvero un composto chimico che tende a svilupparsi quando un alimento viene cotto ad alte temperature. Ciò si deve all’unione di alcuni zuccheri ed un amminoacido che si trova in prevalenza nei prodotti amidacei. L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha confermato attraverso i suoi studi la pericolosità dell’elemento.
  • La carne alla brace, purtroppo sì l’amato barbecue è fonte di sostanze che non fanno tanto bene al nostro organismo. Pare infatti che uno studio americano abbia evidenziato che il consumo assiduo di cibo troppo cotto innalzerebbe il rischio di cancro questo avviene perchè la carne cotta rilascia un consistente di composti mutageni che sarebbero le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici che si sviluppano quando il muscolo di animali come manzo, maiale, pesce e pollo vengono cucinati a temperature elevate.
  • Il sale da cucina, incredibile a dirsi ma a quanto pare un consumo eccessivo di sale e prodotti conservati in esso fare salire le probabilità di contrarre un calcinoma allo stomaco. Sarebbe emerso da uno studio condotto dal dipartimento di Medicina predittiva e per la prevenzione dell’Istituto nazionale tumori di Milano.
  • Le bevande zuccherate come ben sappiamo contengono dosi elevate di zuccheri ma anche di aspartame ovvero di dolcificante artificiale che indurrebbero un aumento di linfomi e leucemie maligni del rene e tumori maligni dei nervi periferici. Quindi un eccessivo uso di queste bibite può favorire l’insorgenza di tumori.
  • Il riso ecco un alimento insospettabile, pare che questo cereale soprattutto se coltivato in condizioni non ottimali può assorbire grandi quantità di arsenico che è responsabile dell’insorgenza di diversi tumori. In merito si consiglia di sciacquarlo bene e di limitarne il consumo.

Cibi cancerogeni: cosa fare?

Occorre ricordare che in particolare questi ma in generale gli alimenti non vanno esposti a temperature eccessive, occorre nel caso vengano troppo cotti toglierne le parti scure poichè sono le parti che hanno sviluppato le sostanze tossiche cancerogene.

I cibi grigliati, fritti o arrostiti devono quindi essere un eccezione non un abitudine specie per i soggetti considerati a rischio, le cotture dei cibi più salutari restano al vapore e nella pentola a pressione.

Si consiglia inoltre di limitare il consumo di carne che molto spesso contiene farmaci ed ormoni ed a cui sono correlati diversi casi di tumore che da anni fanno insorgere il dubbio che la carne possa essere fonte di cellule tumorali. Si consiglia invece di consumare molta frutta e verdura.

Dementia, bere champagne aiuta a prevenirla

Credits photo: depts.washington.edu

Bere qualche bicchiere di champagne ogni giorno può aiutare a prevenire la dementia, o Alzheimer: è quanto dimostrato da una ricerca della rinomata Università di Reading, in Inghilterra, due anni fa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Antioxidants and Redox Signaling si basa su un esperimento compiuto su un campione di ratti ai quali sono stati iniettati piccole quantità di bollicine per analizzarne la reazione. I risultati hanno dimostrato che il loro livello di memoria migliorava se avevano nel loro organismo un particolare tipo di sostanza: l’acido fenolico, un antiossidante che si trova nell’uva.

Questa ha infatti aiutato i topi impiegati nella ricerca a migliorare significativamente la loro memoria spaziale e ricordare dove avevano posto il loro cibo, semplicemente aggiungendo lo champagne nella loro dieta per un periodo di 6 settimane.

Per quanto riguarda l’uomo, invece, gli stessi ricercatori hanno affermato che occorrono 3 anni perché l’organismo possa recepire positivamente gli effetti dello champagne e combattere quindi l’azione nociva dei radicali liberi e l’ossidazione del corpo, che inizia a svilupparsi intorno ai 40 anni.

Ma bere vino, fortunatamente per chi non amasse questo particolare tipo di alcol o avesse problemi di dipendenza, non è l’unico modo per prevenire l’Alzheimer. Le ricerche condotte sugli esseri umani dimostrano che a ridurre il rischio sono anche uno stile di vita salutare caratterizzato dal regolare esercizio fisico, una dieta alimentare sana, in cui è importante assumere anche la vitamina E, e ultimi ma non per importanza, l’uso di videogiochi e il canto.

Svolgere attività fisica dopo i 40 anni è davvero importante per vari motivi: non solo perché evita il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari, obesità od ossidazione dei muscoli dettata da uno stile di vita sedentario, ma anche perché aiuta ad abbattere o rimandare lo sviluppo di forme di dementia. Secondo l’Università di Cardiff, l’incidenza positiva dell’esercizio fisico regolare raggiunge una percentuale del 60%.

Se poi si abbina anche un’alimentazione sana e ricca di vitamina E, le probabilità di perdere in maniera precoce la memoria, si assottigliano. Questa particolare vitamina si trova in oli vegetali, tra cui quello di oliva e di girasole, nella frutta secca, nell’avocado e, in misura minore, nella soia e in alcuni prodotti di origine animale quale il latte di mucca, e agisce come antiossidante rallentando l’invecchiamento delle cellule e allontanando il rischio di dementia.

Stesso effetto viene prodotto dal canto. Uno studio statunitense ha analizzato un gruppo di anziani di una casa di riposo per un periodo di 4 mesi, differenziando chi partecipava attivamente al coro musicale all’incirca 3 volte alla settimana, da chi ascoltava semplicemente. Gli esiti dei test somministrati ai primi erano decisamente migliori rispetto a quelli di chi assisteva alle esibizioni.

Giocare con i videogiochi, invece, secondo quanto emerso dalla ricerca dell’University College of London, aiuta a mantenere attive le funzioni del cervello e migliorare sia l’apprendimento verbale sia il ragionamento anche oltre i 50 anni di età.

In conclusione, le abilità cognitive hanno bisogno di un impegno regolare sia dal punto di vista fisico che alimentare e infine mentale. Questi consigli, seguiti senza eccessi e previo consulto medico, possono aiutare l’anziano a prevenire la dementia ed assicurarsi una piena consapevolezza per un arco di tempo più lungo.

Tumori: aumentano nelle donne, calano negli uomini

credits photo: puntosanremo.it

Secondo le stime contenute ne “I numeri del cancro nel 2015“, censimento ufficiale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum), sono ben 363.000 le persone colpite da tumore in Italia, circa 1.000 al giorno. Una lieve differenza tra i generi colpiti: rispetto al 2014 ne soffrono più le donne che gli uomini.

Si calcola che gli uomini che avevano un tumore nel 2014 erano 196.100, mentre quest’anno le diagnosi stimate sono circa 194.400. Risultato opposto per le donne, che vede registrare, invece, una lieve crescita (circa 169.000).

Negli ultimi 11 anni, poi, nelle donne è aumentata del 36% l’incidenza del cancro al polmone, mentre negli uomini è diminuita del 20%. Un dato preoccupante causato dalla diffusione del vizio di fumare. Il 23% delle donne italiane, infatti, è tabagista.

Secondo le diagnosi effettuate nel 2015, i tumori più diffusi sono quelli al colon-retto, seguito da quello al seno, al polmone, alla prostata e alla vescica. Dal rapporto si evince però anche un dato positivo: il tasso di mortalità per tumori è diminuito.