giovedì, 25 Aprile 2024

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Andare in vacanza: pro e contro

Non sempre rilassarsi è un’esperienza piacevole, anzi. Occorre, così, prendere in considerazione pregi e difetti dell’andare in vacanza: pro e contro, come in ogni circostanza, sono aspetti da valutare per non incappare in situazioni sgradevoli. Già viaggiare in aereo, per esempio, può provocare mal di denti inediti: a causa dei cambiamenti d’altitudine, delle sacche d’aria potrebbero restare intrappolate nelle otturazioni e nelle carie, provocando fastidi che però, in genere, passano dopo poche ore dall’atterraggio. E, se si è deboli di stomaco, i voli molto lunghi potrebbero causare un rallentamento della velocità alla quale il cibo si muove attraverso l’apparato digestivo, insieme con una certa disidratazione: tutto ciò finisce col generare costipazione.

Ancora, sebbene prima di partire si possa essere in piena salute, ci si potrebbe ritrovare raffreddati o influenzati non appena arrivati a destinazione. Uno studio olandese ha, infatti, rivelato che una persona su 30 tende ad ammalarsi – seppure presentando una sintomatologia variabile a seconda del soggetto – non appena smette di lavorare e si appresta a rilassarsi: si tratta del cosiddetto “disturbo da svago”. La spiegazione consisterebbe nel fatto che al lavoro il corpo produce incessantemente ormoni dello stress quali l’adrenalina, che aiuta a prevenire le infezioni proprio mentre ci si trova indaffarati nel disbrigo delle questioni quotidiane: così, non appena si comincia a rilassarsi, ci si ritrova più esposti ai virus. Del resto, il viaggio in sé costituisce una forma di stress. In vacanza l’accumulo di stress si traduce, allora, in un calo delle difese immunitarie che ci rende più vulnerabili: una condizione in cui è altamente sconsigliabile stare in prossimità di altre persone, così come accade in aeroplano, dove il contagio da raffreddore aumenta del 100%.

Il caldo, poi, può creare grossi problemi ai diabetici, che corrono un rischio maggiore di cali ipoglicemici: ciò accade perché, mentre l’organismo tende al raffreddamento, i vasi sanguigni si ingrossano e la pressione sanguigna andrebbe, pertanto, tenuta sotto controllo con maggiore attenzione. Inoltre, nonostante si pensi comunemente che aiutino a combattere i mal di testa, le vacanze, in realtà, possono favorire l’insorgere di emicranie. Il problema si potrebbe far risalire all’aumento della pressione sanguigna legata all’alta temperatura, che andrebbe a creare disturbi all’ipotalamo, la parte del cervello che rappresenta il nostro termostato naturale. Anche mal d’aria, mal d’auto e mal di mare potrebbero causare emicrania: in questi casi, la soluzione sta nella prevenzione. Per cui, se c’è posto a sedere in aereo, è raccomandabile accomodarsi nel punto più stabile, cioè all’altezza dell’ala; in nave, la postazione migliore è al centro, mentre in auto la più indicata è al seggiolino della parte anteriore dell’abitacolo. Un altro suggerimento è quello di tenere gli occhi chiusi il più possibile, dato che i malesseri da viaggio sono generalmente provocati dalla discordanza tra le informazioni captate al livello visivo e quelle percepite tramite l’udito.

Un altro disturbo riscontrabile in vacanza è la sonnolenza, per via del fatto che nella maggioranza di casi ognuno di noi soffre di carenza di sonno. Così, una volta rilassati, cerchiamo di recuperare: una tendenza cui si vanno ad aggiungere anche le conseguenze legate al caldo, ai pasti più pesanti, al consumo di alcol e all’ora più tarda a cui si va a dormire – posticipata proprio in virtù del fatto che si dorme nel pomeriggio. L’intero ciclo del sonno risulta, così, alterato. In più, se la vacanza la si trascorre al mare, ci si potrebbe ritrovare a dormire ancora meglio: difatti, l’aria di mare si caratterizza per un’alta concentrazione di ioni negativi di idrogeno, delle particelle che potenziano la nostra capacità di assorbire l’ossigeno e che favoriscono la produzione di serotonina, l’ormone della felicità.

Colmo dei colmi, molti studi hanno dimostrato che non conta quanto ci siamo divertiti durante le nostre vacanze: l’effetto tenderà a scomparire in meno di una settimana. Un vacanziere su tre afferma, infatti, che soltanto il pensiero di dover tornare al lavoro lo fa cadere in uno stato di depressione, pensiero che spesso ci fa concepire persino la partenza come qualcosa di insensato. Sarebbe, pertanto, preferibile concedersi – se possibile – un giorno di “recupero”, per riprendersi dalle vacanze, durante il quale non si cominci immediatamente a rispondere a tutte le e-mail. Un metodo, questo, che potrebbe risparmiarci l’ansia cui ci condanniamo da soli. L’unica cosa davvero importante da fare è disfare immediatamente i bagagli: niente di peggio di una valigia ancora nell’angolo della stanza a ricordo costante della fine della nostra vacanza.

Non possono esserci, ovviamente, soltanto lati negativi: come suggerisce una recente ricerca condotta presso le Università del Southampton e di Edimbugo, durante la quale 24 giovani sono stati esposti per venti minuti alla luce di lampade abbronzanti, stare al sole favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna. Nei soggetti esaminati, la pressione diastolica (il più basso dei valori sanguigni quando il cuore si rilassa) ha mostrato una notevole diminuzione, persistita per per almeno mezzora dallo spegnimento delle lampade. Si crede, infatti, che i raggi ultravioletti sollecitino al livello epiteliale la produzione di un composto detto ossido nitrico, che induce al rilassamento i vasi sanguigni e, di conseguenza, a un abbassamento della pressione.

Inoltre, se si soffre di disturbi dermatologici come, per esempio, la psoriasi – che comporta desquamazioni su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto -, in vacanza si può notare in questo senso un netto miglioramento. Esporsi ai raggi ultravioletti, difatti, riduce significativamente le infiammazioni della pelle: bastano semplicemente cinque minuti di esposizione (senza crema protettiva) per verificarne gli effetti. Ancora, la salsedine, presentando proprietà antisettiche, potrebbe aiutare a guarire da infezioni associate all’eczema – nonostante sia importante risciacquarsi dopo aver nuotato, idratare la pelle e applicarvi la crema protettiva: un effetto benefico derivante, con tutta probabilità, dall’alta concentrazione di sale e cloruro di potassio presente nell’acqua di mare, che favorisce la formazione di una barriera al di sopra della zona epidermica interessata, velocizzandone la guarigione.

Stop al fumo anche nei luoghi aperti

In Italia, la legge antifumo del 16 gennaio 2003 n. 3, detta anche legge Sirchia, dal nome del suo promotore Girolamo Sirchia, entrata in vigore il 20 gennaio 2003, limitava la possibilità di fumare negli spazi pubblici e sui posti di lavoro.

Adesso, il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge, che entrerà in vigore il 15 aprile 2014, proposto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che prevede il divieto di fumo nei luoghi aperti. Infatti, non si potrà più fumare liberamente nei luoghi all’aperto, come parchi pubblici, giardini, strade delle città, spiagge e stadi e in quelli parzialmente aperti come portici e gallerie commerciali. Gli unici luoghi che rimarranno indenni dal divieto saranno le residenze private e le sale fumatori.

Questa scelta è stata fatta seguendo l’articolo 32 della Costituzione, in cui la Repubblica deve tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Il divieto di fumare nei luoghi pubblici ha contribuito a ridurre le nascite premature e gli attacchi d’asma dei bambini. Questi dati incoraggianti hanno permesso di arrivare a questa legge, che magari per i fumatori sembrerà un pò eccessiva, ma in definitiva darà ottimi risultati contro l’inquinamento da fumo passivo e quindi dalle conseguenze di ciò.

Questa iniziativa persegue l’obiettivo di educare tutti, e soprattutto i giovani, ad un comportamento sano e corretto al fine di prevenire la precoce acquisizione del vizio del fumo e di facilitarne la perdita per coloro che già ne stanno sperimentando gli effetti negativi. Dal punto di vista epidemiologico risulta che l’età più a rischio per iniziare a fumare è proprio
quella del passaggio dalle scuola medie alle superiori.

Come da disposizioni delle leggi vigenti, i trasgressori dei divieti saranno soggetti
a sanzioni amministrative col pagamento di multe, dai 100 ai 2000 euro. I Sanzionatori o “vigili urbani delle sigarette” avranno una bella gatta da pelare, visto che saranno anch’essi sanzionati, nel caso non ottemperino nel modo corretto al compito assegnato.

Staremo a vedere.

Sindrome di Otello: dalla gelosia all’ossessione

“Un mostro dagli occhi verdi, un piccolo tarlo che penetra nei pensieri e insinua dubbi e insicurezze”: nella sua tragedia Otello, Shakespeare aveva colto i punti essenziali della gelosia, ossia quel sentimento morboso nei confronti del partner, che mostra ad alcune persone prive di fiducia in sè tradimenti che in realtà non esistono. Questo mostro, però, non è frutto della fantasia, ma è ben presente nella società, così come conferma Michele Cucchi, direttore del centro medico Santagostino di Milano, il quale per combatterlo ha organizzato un cineforum emotivo.

Nel 2004 si affermava che la maggior parte dei delitti passionali avvenivano tra le mura di casa, superando persino le percentuali di quelli causati dalla mafia. Oggi, la situazione non è affatto cambiata: secondo i dati Eurispes, infatti, dall’agosto 2012 al luglio 2014, sono stati 320 gli omicidi legati alla gelosia, tra cui 206 sono i casi di femminicidio.

La conclusione semplicista e banale sarebbe dunque che alla base di questi omicidi ci sia un sentimento di odio e violenza interiore. Sbagliato. In realtà la gelosia ossessiva nasce da un profondo senso di insicurezza, irrequietudine e incertezza dello stesso assassino. È quanto spiega Cucchi, che per aiutare le persone a superare questo sentimento ha organizzato un cineforum. Si tratta di 4 incontri, il primo dei quali intitolato “Il giallo della gelosia, fra amore e ossessione” ha già fatto il tutto esaurito.

Così come commenta Cucchi “il cineforum ha l’obbiettivo di allenare il cervello emotivo delle persone, entrando nell’opera, sviluppando la competenza emotiva dell’empatia. Il cinema racconta la vita delle persone permettendo di entrare nell’esperienza degli altri e di imparare a capirci meglio.” Ecco perché è importante delineare e conoscere il profilo dei moderni Otello.

La persona eccessivamente gelosa può manifestare il suo sentimento in diversi modi: il primo tra tutti è sicuramente quello del sadismo e della possessione, che lo porta a vivere in una sorta di condizione di pretesa verso un rapporto che dovrebbe essere in realtà di scambio reciproco ed equilibrato. In secondo luogo ci sono coloro che immaginano le cose più assurde come di essere stati traditi senza avere alcuna prova che lo confermi. E infine c’è chi soffre di erotomania, il caso psichiatrico più grave di gelosia delirante, in cui si vantano sul partner dei diritti che in realtà non si hanno.

Per tutti questi profili la migliore soluzione è, secondo quanto sostiene Cucchi, la comunicazione. Confrontarsi, non mentire può aiutare l’altro a sentirsi sicuro e protetto come nel grembo materno. In genere, infatti, è proprio questa mancanza a causare la maggior parte dei delitti passionali. La figura che arriva a compiere l’omicidio nell’80 % dei casi è un disoccupato con un’età media tra i 31 e i 51 anni, proprio il periodo nel quale uomo e donna dovrebbero essere autonomi e indipendenti dalla propria famiglia. Questo rito di passaggio però non sempre viene assimilato nella maniera corretta e in alcuni particolari soggetti genera la cosiddetta sindrome di Otello.

E come ben sappiamo non basta l’amore per vincerla. Occorre un profondo processo di introspezione, leggere dentro se stessi e trovare lì le cause primarie della propria insicurezza. Solo così e grazie alla comprensione da parte dell’uomo o della donna amata, si potrà sconfiggere la gelosia e vivere la relazione d’amore in serenità. Più facile a dirsi che a farsi.

I belli si ammalano di meno

bloglive.it

Esiste un legame tra salute e bellezza? L’occhio umano vuole la sua parte, soprattutto quando guarda una persona di bell’aspetto, che da oggi non dovrà più preoccuparsi di prendersi il solito malanno stagionale o di stare in forma perfetta per una serata importante.

Secondo uno studio condotto dall’università di Cincinnati, l’aspetto fisico è un fattore importante per determinare lo stato di buona salute.
I ricercatori hanno svolto un’indagine su 15 mila persone tra i 24 e i 35 anni, in base a cinque parametri di bellezza; i soggetti sono stati quindi intervistati e successivamente valutati dal meno attraente al più attraente, evitando foto e video della singola persona, al fine di avere una ricerca più oggettiva possibile e attinente alla realtà.
Uno studio vastissimo, considerando che i ricercatori hanno analizzato le condizioni di salute dei soggetti partendo dal loro decimo anno di età.

I risultati sono stati sorprendenti: uomini e donne più belli hanno una salute migliore e quindi meno probabilità di ammalarsi. Infatti, secondo i responsi, per ogni punto di bellezza in più, gli uomini hanno un rischio inferiore al 13% di avere il colesterolo, il -20% di avere la pressione alta, il -15% di avere la depressione e il -21% di balbuzie.

Per quanto riguarda le donne più attraenti, i risultati sono stati più o meno analoghi: esse hanno il -21% di probabilità in meno di avere la pressione alta, il -12% di essere asmatiche, il -22% diabetiche e il -17% depresse.

A giudicare dalla serie di patologie individuate, le persone attraenti hanno anche un corredo genetico migliore, quindi un sistema immunitario che permettere loro di essere meno esposti a queste malattie.

Ecco spiegato perché le persone attraenti hanno meno ricoveri, vanno poco dal medico e sul lavoro chiedono meno giorni di malattia.

Una grande fortuna per tutti i Brad Pitt e le Angelina Jolie nel mondo, che oltre a godere della reciproca compagnia tra belli, hanno anche la natura dalla loro parte. Della serie, belli si nasce.