giovedì, 28 Marzo 2024

Salute

Home Salute Pagina 118
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

Infarto: i segnali che possono salvarci la vita (VIDEO)

credits photo: il-corpoumano.it

In Europa si registrano oltre 4 milioni di decessi ogni anno, dovuti a malattie cardiovascolari, tra le quali l’infarto cardiaco.
Quasi la metà si verificano prima dei 75 anni di vita, e le donne ne sono più colpite degli uomini.

Circa il 50% dei pazienti colpiti da infarto, muore prima di arrivare al Pronto Soccorso.
Questi dati sono davvero allarmanti ma, imparare a riconoscerne i sintomi può salvarci la vita.

Cos’è in realtà? E quali sono i segnali che ci aiutano a riconoscerlo?
Per infarto si intende la necrosi di un tessuto in seguito ad una mancanza di afflusso sanguigno.
Spesso, è inteso come quello cardiaco, essendo quello più frequente, ma può avvenire in vari organi.
Le forme cliniche più frequenti colpiscono:
* il miocardio (cuore);
* il cervello;
* l’intestino;
* i polmoni.

Se l’infarto colpisce solo una zona limitata del cuore, le conseguenze non sono gravi. Se la lesione del muscolo cardiaco è molto estesa, può provocare un’invalidità o la morte.

Sintomi

L’infarto cardiaco non sempre arriva all’improvviso, è quindi fondamentale conoscere i sintomi che lo precedono.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Harvad, solo il 25% degli infarti avviene all’improvviso, il restante 75% è preceduto da sintomi più o meno variabili.

Ecco quelli più frequenti:
* dolore al centro del petto, o leggermente spostato a sinistra;
* tosse persistente;
* stanchezza;
* nausea;
* dolore alle braccia, spesso il braccio sinistro, che può estendersi al collo, alla mascella e alle spalle;
* tachicardia;
* sudorazione fredda;
* gonfiore agli arti inferiori;
* difficoltà respiratorie.

Questi sintomi singolarmente possono essere causati anche da altre patologie meno gravi; ma se ne riscontrate più di uno, specialmente se accompagnato dal dolore al petto, potrebbe trattarsi di un infarto.

Prevenzione

È possibile ridurre le probabilità di andare incontro ad un infarto, seguendo pochi e semplici consigli:
* attenzione ai farmaci, alcuni aumentano il rischio di infarto;
* controllate che la pressione sanguigna sia nella norma
* tenete sotto controllo i valori del colesterolo cattivo, LDL;
* alimentazione corretta, povera di grassi;
* esercizio fisico, leggero ma regolare;
* mantenere il peso forma;
* evitate il fumo, anche quello passivo;
* evitate le situazioni di stress.

Se riscontrate i sintomi di un infarto, essere tempestivi può evitare il peggio.
Un minuto può valere una vita.

Il preservativo che cambia colore per le malattie veneree

credits photo: vnews24.it

Il suo nome è S.T.EYE, ed è un preservativo che presenta un indicatore al suo interno in grado di rilevare eventuali infezioni sessualmente trasmissibili come la clamidia e la sifilide, trasformandolo in un colore diverso a seconda del ceppo di batteri con cui è entrato in contatto.

Ciò che rende straordinaria questa invenzione è che, i suoi inventori sono tre adolescenti di 14 anni: Daanyaal Ali, Muaz Nawaz, Chirag Shah.
I ragazzi frequentano la Isaac Newton Academy di Ilford, nell’Essex, ed il loro intento era “rilevare la presenza di infezioni sessualmente trasmissibili in maniera più sicura rispetto al passato e senza ricorrere necessariamente a dei test invasivi“.

Il preservativo S.T.EYE è stato recentemente riconosciuto come una delle migliori invenzioni per la salute dal TeenTech gong.
Uno dei tre inventori, Daanyall ha affermato: “Abbiamo creato questo condom per aiutare il futuro della prossima generazione. Volevamo fare qualcosa che facesse rilevare le malattie sessualmente trasmissibili, in modo che le persone possano agire immediatamente nella privacy della propria casa, senza procedure invasive”.

Andrebbero presi d’esempio questi tre ragazzi; grazie a loro è stato fatto un enorme passo in avanti nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.

Camminare 20 minuti al giorno per vivere più a lungo

Che l’attività fisica fosse salutare non era un mistero per nessuno. Ma che bastassero anche solo 20 minuti di camminata per ridurre il rischio di morte prematura è una piacevole sorpresa.

Secondo uno studio condotto su 334.000 persone, effettuato dai ricercatori della Cambridge University, una modesta attività fisica allunga la vita. L’inattività, infatti, uccide il doppio dell’obesità.
Ulf Ekelund, che ha condotto gli studi, ha dichiarato che anche una piccola quantità di attività fisica ogni giorno potrebbe avere benefici sulla salute e che 20 minuti potrebbero cambiarci la vita.

È un messaggio chiaro, rivolto a tutti. Chi soffre di obesità potrebbe ridurre del 16% il rischio di morte, chi è nel peso-forma riduce il rischio del 30%. In una settimana, come raccomandato dal governo britannico, sarebbero necessari almeno 150 minuti di attività, sia questa giardinaggio o una camminata a ritmo sostenuto. Ma la maggior parte delle persone riesce a malapena a camminare per trenta minuti durante la settimana, calcolando anche gli spostamenti per raggiungere il luogo in cui si lavora o studia.

I ricercatori hanno ipotizzato che circa 676.000 decessi di uomini e donne europee è imputabile all’inattività fisica. Inoltre, secondo un rapporto dell’iniziativa Walking for Health, la mancanza di attività fisica costa fino a 10 bilioni l’anno in spese mediche, giorni di malattie e decessi prematuri.

Non è da sottovalutare il beneficio che una breve camminata veloce produce sulla nostra forma fisica: venti minuti di camminata brucerebbero tra le 90 e le 110 calorie. Il professor Nick Wareham, direttore dell’unità epidiemologia del Medical Research Council di Cambridge, sottolinea come perdere peso sia spesso un’ardua sfida e come questa ricerca può incoraggiare piccoli ma significativi cambiamenti nello stile di vita delle persone.

‘Multitasking’: un pericolo per il nostro cervello

Lo studio effettuato dall’Università del Sussex rivela che il multitasking, ossia la capacità (o meglio abitudine ormai) di svolgere più attività contemporaneamente potrebbe causare danni al cervello.
Lavorare al pc, inviare mail, guardare la tv, inviare messaggi al cellulare e consultare il tablet mentre si ascolta la radio, orama è diventata abitudine consueta nella quotidianità di molti giovani e meno giovani compiere queste attività nello stesso momento.
Ebbene, a quanto pare, questo potrebbe rivelarsi un rischio per una particolare area del cervello, la corteccia cingolata anteriore.

I ricercatori hanno monitorato 75 soggetti con comportamenti multitasking, ossia che abitualmente utilizzano vari dispositivi multimediali contemporaneamente. Hanno quindi osservato il cervello dei singoli soggetti sottoponendoli a Risonanza magnetica, rilevando così che la loro struttura cerebrale era modificata nell’area della corteccia cingolata anteriore, coinvolta nell’elaborazione delle emozioni e delle informazioni. Ciò potrebbe aumentare il rischio di scarsa attenzione, perdita di memoria ed ansia.

Dietro questa capacità oltremodo invidiata, dunque, si cela un vero e proprio rischio per la nostra salute mentale. Usare pc, tablet, cellulare e tv contemporaneamente aumenta il nostro livello di stress. Un consiglio ci giunge da Paola Vincinguerra, psicoterapeuta e presidente Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap): “Dobbiamo imparare a gestire il nostro tempo in maniera diversa ed a compiere un’azione alla volta. Dividere il momento del lavoro da quello da trascorrere in famiglia, non portandosi il lavoro a casa, ad esempio, è fondamentale”.

Pare proprio che sia arrivata l’ora di darci una calmata, di riorganizzare il nostro tempo e perchè no, ogni tanto, di staccare gli occhi e le mani da questi strumenti elettronici così dannosi per la nostra salute, a favore di una bella chiacchierata o di una sana passeggiata all’aria aperta. Ne vale la nostra salute.