venerdì, 18 Luglio 2025

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La natura in città è un antistress

In città, lo stress si accumula molto più facilmente che in campagna o comunque se si vive e si frequenta un’area meno affollata e urbanizzata, però la città stessa può offrire dei rimedi allo stress, anche inaspettati. I risultati di una ricerca scientifica della University of British Columbia attestano proprio l’importanza delle zone naturali all’ interno delle aree urbane, per questo anche una pianta, o comunque un elemento naturale alla fermata dell’autobus, può diventare fondamentale per la salute psicofisica del cittadino.

Un’aiuola curata, un albero con le sue fronde, una siepe che corre lungo un percorso pedonale sono dei veri e propri elementi benefattori per l’umore e la salute psicofisica di chi vi passa accanto ed ha il piacere anche solo di osservarli. Secondo la ricerca infatti, imparare a godere degli sprazzi di verde che incontriamo in città è molto importante per avere uno strumento per ristabilire il nostro equilibrio quotidiano, magari messo a dura prova dalla giornata immersa nel grigio metropolitano. I risultati dello studio, pubblicati sulle pagine del Journal of Positive Psychology, evidenziano che la semplice visione del verde circostante offre effetti positivi per la salute mentale ed emotiva dei soggetti.

Ad un primo gruppo di volontari è stato chiesto di annotare le sensazioni sperimentate durante la giornata, facendo attenzione ai loro incontri con gli elementi naturali della città. Ad un altro gruppo sono state chieste le sensazioni in relazione ai loro incontri con gli oggetti dell’uomo, sempre durante una giornata. Un terzo gruppo è stato lasciato libero di annotare i propri pensieri. Analizzando tutte le sensazioni, un maggiore benessere è emerso tra i partecipanti del primo gruppo, coloro ciò che sono venuti a contatto con elementi naturali hanno trovato giovamento, provando relax, gioia, elevazione, sensazione di connessione con la natura e con il prossimo, impressioni invece non registrate dagli altri due gruppi, almeno non con lo stesso grado di piacere.

Comunque gli scenari naturali hanno un maggiore e determinante impatto, sull’ equilibrio psicofisico dei singoli, nella misura in cui le persone si immergono totalmente in un ambiente verde, con gite in campagna, al mare o in montagna. Una pianta alla fermata dell’autobus è un antistress ma una passeggiata lungo la spiaggia o in un bosco sicuramente di più.

 

 

Gli effetti della marijuana? Cervello più piccolo ma più veloce

Credit: zerottonove.it

Dal mondo della scienza arrivano notizie positive e notizie negative per gli abituali fumatori di cannabis. Uno nuovo studio sugli effetti che ha questa sostanza stupefacente ha scoperto che gli utenti regolari hanno un cervello più piccolo rispetto a qualunque altra persona – e questa è la cattiva notizia – però è stato anche dimostrato che il cervello dei fumatori di canne lavora più velocemente degli altri – e questa è la buona notizia.

Ma affrontiamo una questione alla volta.
La ricerca su chi fa uso “cronico” di marijuana conferma negli esseri umani un fenomeno che prima era apparso negli studi sui topi di laboratorio, cioè appunto la riduzione della materia grigia. Il team degli scienziati dell’Università del Texas e del Research Network Mente, che hanno pubblicato il loro studio sul Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), ha affermato che i fumatori di erba a lungo termine avevano “significantly less volume” della loro corteccia orbitofrontale – una regione del cervello comunemente associata con il sistema motivazionale e il processo decisionale, oltre a determinare il grado di dipendenza da determinati “vizi”.

Gli effetti derivati dall’uso cronico di marijuana dipendono dall’età in cui si inizia a farne uso e dalla durata. Il team di scienziati ha analizzato 48 consumatori adulti di marijuana e 62 non consumatori (di cui però sono stati monitorati i livelli di assunzione di tabacco e alcol). I test, per un consumo medio di 3 canne al giorno, hanno dimostrato che i consumatori di marijuana avevano un quoziente di intelligenza più basso, anche se le differenze non sembrano essere correlate alle anomalie del cervello, perché non esiste un legame diretto tra deficit di intelligenza e diminuzione del volume cerebrale.

Ma allo stesso tempo, per compensare la perdita, il cervello del soggetto dipendente crea nuove connessioni, aumentando così la velocità di lavoro dello stesso.
“Ciò che rende unico questo lavoro è che combina tre diverse tecniche di risonanza magnetica per valutare le diverse caratteristiche del cervello – ha affermato un altro studioso, Sina Aslan – e i risultati – fa notare – suggeriscono aumenti di connettività, sia strutturali che funzionali, che possono compensare le perdite di materia grigia. Anche se alla fine, tuttavia, con l’uso prolungato di marijuana la connettività del cervello inizia a degradarsi”.

È parzialmente incompleto lo studio però: sono necessari ulteriori ricerche per determinare se questi cambiamenti ritorneranno alla normalità una volta sospeso il consumo di erba, così come se sono presenti effetti simili nei consumatori occasionali (rispetto a quelli cronici) e se questi effetti sono il risultato diretto della marijuana o di una certa predisposizione.

[Credit: independent.co.uk]

Lato b formoso? Avrete figli più intelligenti

Starete pensando tutti quale genio incompreso sia mai North West, la figlia di Kim Kardashian e Kenye West.

Effettivamente, dopo lo studio che affermava che le donne con un lato b prosperoso fossero più intelligenti, arriva quello secondo cui il “sederone” contribuirebbe anche allo sviluppo del cervello del bambino. E insomma, il sedere di Kim lo conosciamo tutti, ha occupato tutto il desktop del nostro pc quando abbiamo tentato di aprire la foto di Paper.
Lato b formoso? Avrete figli più intelligenti
Bene, come lei, la maggior parte di noi donne è sempre alla ricerca della dieta miracolosa. Ci ammazziamo di squat, palestra, tisane del monaco buddista e quant’altro per ridurre il nostro sedere, ma il più delle volte senza risultati.
Anziché prendercela con madre natura ogni volta che cerchiamo un jeans che ci stia bene, possiamo iniziare a guardare il famoso bicchiere “mezzo pieno”. E magari far finta anche di crederci.

Questa bella notizia per le donne curvy arriva da un gruppo di esperti dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti e mette forse fine alla disperata ricerca del motivo per cui la donna disponga di una quantità di grasso di gran lunga superiore rispetto all’uomo.

“Il grasso contenuto in quelle zone è particolarmente ricco di DHA (acido docosaesaenoico), che è una componente particolarmente importante nel cervello umano.” Ha dichiarato il professor Will Lassek al Sunday Times.

Circa l’80 per cento del DHA necessario per il cervello di un bambino viene dal grasso immagazzinato della madre, proprio attorno al sedere e ai fianchi e trasferito poi al piccolo tramite l’allattamento.
“Meno dell’1% di grasso corporeo è DHA così un sacco di grasso deve essere trasferito. Ecco perché le donne che allattano possono perdere un chilo di grasso al mese.” Ha spiegato il professore.

Finalmente possiamo smetterla di agognare il fisico perfetto sfogliando riviste con modelle taglia 34, sia per la nostra prole, sia anche perché, gli stessi uomini, si sa, preferiscono la sostanza alle ossa.

Il distributore di preservativi sicuro per le donne: si disattiva se sei ubriaco

Credits: Mirror

Si chiama Johnny Be Good ed è il nuovissimo distributore di preservativi installato da pochissimo nel The Brass Monkey pub di Victoria che permette di erogare i condom solo a coloro che possono dimostrare di essere sobri. Come? Attraverso l’etilometro, che andrà a valutare il tasso alcolico di chi lo utilizzerà. Se sei ok, allora potrai prendere i tuoi preservativi. Altrimenti no.

Ecco il metodo sicuro e che protegge le donne dai malintenzionati. In Inghilterra la campagna lanciata da Johnny Be Good è quella di “non fare sesso se si è ubriachi”. Gli utenti dovranno soffiare nel dispositivo e chiunque sia sotto il limite legale di guida riceverà un preservativo gratuito. L’iniziativa è in fase di sperimentazione presso il Brass Monkey pub di Victoria, ma ha la possibilità di un lancio a livello nazionale.

Questa iniziativa si è sviluppata proprio dopo aver scoperto che un terzo delle persone avrebbe ammesso di non avere la confidenza necessaria per dormire con qualcuno per la prima volta completamente da sobri. Ha inoltre rilevato che il 73% dei single britannici pensa che l’alcol renda più facile e divertente un appuntamento con una donna.

Gli uomini, inoltre, sono meno propensi a fare sesso con una donna da sobri, preferendo bere qualcosina prima dell’approccio. Madeleine Mason, psicologa, ha dichiarato: “Quando si è agitati o in ansia prima di un appuntamento, l’impulso è quello di calmare il sistema nervoso con il consumo di alcol”.