venerdì, 26 Aprile 2024

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Pistoia: tutto sulla Capitale italiana della cultura per il 2017 (FOTO)

Credits: www.vortika.com

Pistoia, comune italiano della Toscana con 90.462 abitanti, si è aggiudicata il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2017. Questa della capitale è una novità introdotta con il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83, con nuove misure per la tutela del patrimonio culturale, per lo sviluppo della cultura e per il rilancio del settore turistico.

Pistoia, ad oggi, è la seconda città ad avere questo importante ruolo da sola per un anno intero, dopo Mantova che è stata scelta per l’anno corrente. Nel 2015, invece, il titolo è andato a ben cinque città: Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena. Queste sono state elette in quanto perdenti al ballottaggio per la Capitale europea della cultura 2019, nel quale è stata premiata un’altra nostra città, Matera.

Per la sua candidatura, Pistoia si è focalizzata su aspetti differenti: riqualificazione urbana dei 176 mila metri quadrati dell’Ospedale del Ceppo, delle Mura e dei percorsi pedonali presenti nel centro storico e sviluppo di Palazzo Fabroni, museo di arte moderna e contemporanea, che ha già in programma per quest’anno una mostra su Marino Marini -artista pistoiese- e la continuazione dei festival in città. La realizzazione di tutto ciò è costata un milione di euro al Ministero dei Beni Culturali, al quale la città ha chiesto questa grande cifra per riuscire a fare il lavoro al meglio.

A (con)vincere è stato il tema con cui Pistoia ha partecipato alla competizione insieme a Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni: “La navigazione tra tradizione e innovazione“. L’azione del navigare, qui, è vista come un viaggio virtuale nel tempo, tra epoche diverse, ma anche nello spazio, fra arte, cultura e scienze, da sempre all’insegna della sperimentazione.

In particolare, i tre criteri guida del lavoro che hanno portato a scegliere lei tra le altre sono stati qualità di presentazione, contenuti -con un dossier significativo- e sostenibilità del progetto. Tutti elementi chiave per una città degna di tale titolo.

Turismo, l’Italia è sempre un Paese da amare

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Credit: vitadaturista.it

L’Italia si sa, è una delle mete turistiche preferite al mondo. L’arte, il cibo e splendidi paesaggi, fanno del nostro Paese uno dei posti sempre in cima alle preferenze dei viaggiatori stranieri. Questa volta un esito non scontato, e molto lusinghiero, è arrivato da Tripadvisor, il portale numero uno al mondo per le recensioni di località turistiche.

Secondo una recente indagine svolta dal sito tenendo conto delle recensioni degli ultimi 10 anni, le località italiane raggiungono in media un punteggio di 4,4 punti sui 5 disponibili. L’indagine si basa su un data base di tutto rispetto, oltre 320 milioni di opinioni relativi a 6,2 milioni di alloggi, ristoranti e monumenti.

In Italia a guidare la classifica delle località meglio recensite troviamo la Basilicata che si piazza meglio a livello qualitativo conquistando un punteggio di 4,57 su 5. Ad ottenere però il maggior numero di recensioni positive è il Lazio, trainato da Roma, seguito dalla Toscana e dal Veneto.

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Ma chi sono i maggiori estimatori del nostro Paese? Sempre secondo Tripadvisor sono i russi ad essere rimasti folgorati dalle bellezze italiche durante i loro soggiorni. Ottime recensioni arrivano poi anche dagli americani, dagli svedesi e dai canadesi. Insomma, da ogni parte del mondo l’amore per il Belpaese continua.

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A sorpresa poi scopriamo che siamo proprio noi italiani ad assegnare punteggi inferiori alle località nostrane, forse perché siamo sempre i più critici nei confronti della nostra bellissima Italia. Continuando poi ad esaminare la tipologia di turisti che recensiscono il nostro Paese, vediamo che chi viaggia per lavoro, forse perché ha un maggiore budget a disposizione, tende ad essere più generoso nei giudizi rispetto a chi viaggia per piacere sia da solo che in coppia.

Sulmona, cosa fare e vedere in vacanza

Sulmona

Sulmona, la patria del confetto, ti sta aspettando per la prossima vacanza. Nel cuore dell’Umbria è racchiusa questa perla ricca di tradizioni, di storia e di cose da vedere, patria anche di uomini illustri come Ovidio.

Se dunque hai intenzione di visitare Sulmona ma non hai le idee chiare sul cosa abbia da offrirti lasciati guidare da noi!

Sulmona, cosa fare e vedere in vacanza

Arrivando a Sulmona non si possono non ammirare le monumentali porte della città oltre le quali si trova Piazza Garibaldi in cui non possiamo non osservare il Fontanone di calcare della Majella. Nei pressi si possono visitare monumenti come la chiesa di San Filippo Neri (1315), la chiesa di Santa Chiara eretta intorno al duecento, ricostruita successivamente in stile barocco ne ammiriamo al suo interno la piccola pinacoteca, pare che qui sia nata l’arte dei confetti ideati dalle sorelle Clarisse.

Ha un certo fascino monumentale l’Acquedotto medioevale che fu costruito nel 1256 dal figlio di Federico II di Svevia del quale ammiriamo le ventuno arcate e le condotte.

Si prosegue con la chiesa di San Rocco che fu nel 1484 donata alla Casa Santa dell’Annunziata dalla Regina Giovanna d’Aragona.

Non si può mancare una visita alla bellissima chiesa di San Francesco della Scarpa, del 1291, nella quale ammiriamo una cantoria barocca, stucchi del ‘700, un crocifisso in legno del ‘400 ed una pala della Visitazione di Paolo Olmo. Come non si può perdere una tappa nella cattedrale dedicata a San Panfilo nella quale troviamo la cripta dell’XI secolo.

Assolutamente da non perdere il complesso dell’Annunziata composto dall’omonimo palazzo e dalla chiesa, nonchè dalla Fontana del Vecchio.

Le cose da fare a Sulmona

Fra le cose da fare a Sulmona c’è senz’altro quella di visitare il Museo civico che mostra una notevole collezione archeologica ed una collezione di opere d’artigianato abruzzese.

Fra le cose da fare a Sulmona non possiamo non citare la cucina, sarebbe un peccato se andassi a visitare questa incredibile città e non assaggiassi i maccheroni ala chitarra con sugo d’agnello ad esempio o i confetti, il simbolo di questa città.

Assisi, arriva la Fertility Room: ecco quello che c’è da sapere

Credits photo: www.assisinews.it

Dal Fertility Day alla Fertility Room il passo è molto breve. Ma di cosa si tratta?

Come si legge dal sito, nel Tavolo Assist Turismo alcuni operatori privati hanno proposto questa nuova idea, molto semplice ed originale: le coppie che andranno ad Assisi in una delle strutture che aderiscono all’iniziativa Fertility Room avranno il rimborso del costo di una notte nella stanza, ma ad un solo compromesso. Queste coppie, a 9 mesi dal loro alloggio nella camera, dovranno mostrare il certificato di nascita del figlio/a che proverà che è stato concepito proprio lì. Questa proposta, almeno per il momento, si dice sarà valida fino al 31 marzo 2017.

Eugenio Guarducci, l’assessore al turismo di Assisi, ha accolta questa idea con entusiasmo, anche se non tutti la pensano come lui. A distaccarsi da questa iniziativa sono stati la comunità francescana – che ha commentato con un “no comment” – e Stefania Proietti, sindaco della città, che ha fatto scrivere in una nota che il comune è estraneo al progetto del Fertility Room.

Dell’iniziativa di Assisi, però, ne sta parlando il mondo intero. La BBC ha scritto che “il progetto Fertility Room è un tentativo di far crescere il turismo e al contempo far risalire i tassi di natalità del Paese. L’Italia ha il tasso di natalità più basso in Europa e uno dei più bassi al mondo. Nel 2015 sono nati solo 8 bambini ogni 1000 abitanti“, mentre il Daily Mail ha dato ai suoi lettori informazioni sui viaggi di nozze ad Assisi.

Nonostante le critiche di alcuni, il Fertility Day sta avendo un grande successo tanto che hanno aderito già molte strutture in più perché è un’idea che “può rafforzare l’attenzione sul tema della procreazione e, contemporaneamente, incoraggiare a scoprire e/o riscoprire un territorio ricco di bellezze e di valori universalmente riconosciuti“. Inoltre, l’iniziativa “è servita per far parlare di Assisi e dell’Umbria in maniera positiva e senza mai usare la parola ‘terremoto’, e questo non accadeva da molto tempo” ha fatto sapere proprio Guarducci.