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Ideata dal farmacista Alberico Lemme da Desiola, e da lui stesso definita come “filosofia alimentare”, dove “il cibo si usa come un farmaco”, la dieta Lemme rappresenta la moda del momento.

Molte le testimonianze di persone, anche appartenenti al mondo della televisione o del gossip, che approvano questo regime alimentare, così come sono numerosi coloro che la ritengono estremamente stravagante.

Lemme articola questo programma alimentare in due fasi: una prima fase di dimagrimento ed una seconda fase di mantenimento.
Non si parla mai di calorie bensì di alimenti ammessi ed alimenti totalmente vietati.

Come funziona la dieta Lemme

Lemme consiglia il suo metodo solo dopo una visita e il superamento di un test, volto a verificare l’attitudine del soggetto a seguire un regime alimentare completamente diverso dal comune.
Questo test viene condotto presso il centro di Filosofia Alimentare di Desio, al termine del quale se superato, è possibile accedere alla visita successiva, un semplice colloquio conoscitivo in cui viene consigliato il primo menù da seguire. Dopo un mese si ritornerà al centro.

Come premesso la dieta Lemme non prende in considerazione l’apporto calorico fornito dalla dieta, ma considera principalmente l’indice glicemico fornito dai cibi.
L’indice glicemico rappresenta l’unità di misura che calcola la velocità con cui, in seguito all’assunzione di un determinato alimento, la glicemia, ovvero il livello di glucosio nel sangue, aumenta.
Se l’indice glicemico di un alimento è alto avremo un innalzamento rapido dei livelli di glucosio nel sangue con conseguente rilascio di insulina da parte del pancreas in maniera elevata, se invece un alimento presenta un basso indice glicemico, questo provocherà un innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue più lentamente, con un conseguente rilascio insulinico graduale.

Secondo Lemme lo stesso alimento, consumato in orari diversi della giornata, può aumentare o diminuire la glicemia in maniera differente, con un conseguente effetto sul dimagrimento.
In base a questa osservazione consiglia di consumare la pasta al mattino, poiché in questa fascia della giornata il nostro metabolismo funzionerebbe meglio, facendo in modo che alcuni alimenti favoriscano il dimagrimento.

Il programma è articolato in due fasi: la prima del dimagrimento e la seconda del mantenimento.
Durante la fase del dimagrimento si pone l’obiettivo di peso che si vuole raggiungere, considerando che durante il primo mese è possibile perdere fino a 10Kg al mese. Ogni due giorni, la persona che sta seguendo il programma deve comunicare al dottore la variazione di peso e di centimetri registrata per poter passare ad un altro menù.

Durante la seconda fase del mantenimento viene seguito un percorso di educazione alimentare che dura tre mesi. Rappresenta quindi la fase in cui, mantenendo il risultato raggiunto, gli altri alimenti verranno inseriti nuovamente seguendo i proprio gusti personali. Terminata anche la seconda fase il soggetto potrà continuare il suo percorso in maniera autonoma avendo preso consapevolezza di quali sono gli alimenti che lo hanno portato in passato ad accumulare i chili di troppo.

Gli alimenti totalmente vietati

Il sale rappresenta il primo degli alimenti totalmente vietato. Non è consentito utilizzarlo neanche per salare l’acqua della pasta in quanto, secondo Lemme, determinerebbe un aumento dell’indice glicemico dei cibi, favorendo inoltre l’ipertensione.

Altro alimento bandito è lo zucchero, in grado di stimolare la produzione di insulina, ormone del corpo umano che favorisce l’amento dell’adiposità. Totalmente esclusi infatti biscotti, dolciumi e lo zucchero industriale in genere.

Bandito inoltre il pane, almeno nella fase iniziale del programma. I carboidrati concessi sono quelli della pasta, ed in parte quelli che derivano da frutta e verdura, evitando il consumo combinato di pane e pasta.

Non concessi, nell’arco della stessa giornata, neanche l‘abbinamento proteine e carboidrati. Si nota come il programma alimentare privilegia principalmente le proteine.

In una prima fase del programma sono da evitare anche molti tipi di frutta e verdura in quanto, secondo il dottor Lemme, anche pochi grammi di pomodori, carote o frutta possano produrre mezzo kg di tessuto adiposo in quanto determinerebbero un aumento dell’insulina.

Gli alimenti concessi

Via libera a carne e pesce, che possono essere cucinati e conditi con olio e spezie, pepe, prezzemolo, peperoncino, aglio, salvia, rosmarino, limone, basilico, timo, crusca e cipolla, ma senza sale.

Consentiti anche tè e caffè in quanto presenterebbero sostanze in grado di favorire la perdita del peso corporeo.

Anche per quanto riguarda la tipologia di cottura utilizzata non sono presenti particolari limitazioni. Qualsiasi tipo di cottura è consentita, anche la frittura.

Il parere dell’esperto

Il programma alimentare articolato da Lemme ha fatto subito scalpore. Perdere fino a 10 kg in un mese mangiando è del resto il sogno di tutti.

Ma rappresenta una dieta equilibrata?
Nel caso specifico se da una parte la dieta Lemme consente di perdere molto peso corporeo bisogna però evidenziare i rischi associati nel seguire un programma che tende a far assumere un quantitativo troppo alto di proteine (carne a pranzo e pesce a cena a volontà).
Questo consumo eccessivo può infatti comportare dei danni ai reni ed al fegato, sovraccaricandoli. Proprio per questo motivo Lemme consiglia infatti di bere tantissima acqua.

Al di là di come è organizzato il programma, e se questo possa essere più o meno corretto, bisogna evidenziare che Lemme è un farmacista, e non può elaborare delle diete.
Il farmacista infatti può fornire consulenze, in particolare nell’ambito delle proprie competenze professionali riguardanti la diffusione di informazioni e consigli nel settore dei medicinali (art. 1 DLgs 258/1991 nonché art. 51 DLgs 206/2007 e art. 96 DLgs 219/2006), ma non può prescrivere né elaborare diete.

Anche coloro che hanno conseguito una specializzazione in campo nutrizionistico, tali titoli avranno esclusivamente valore accademico, e non sono pertanto titoli abilitanti.

Del resto Lemme si difende sostenendo di fornire solo dei consigli e non di prescrivere diete, ma se si fornisce un menù da seguire è come elaborare una dieta.

Menù forniti senza effettuare, durante le visite, alcun controllo del peso, nessuna misurazione antropometrica, nessuna valutazione degli esami clinici e dello stato di salute generale del paziente, tutte valutazioni fondamentali ed indispensabili per poter fornire un programma alimentare senza arrecare seri danni alla salute dei pazienti.

Le diete infatti rappresentano un vero e proprio atto medico, che se non vengono elaborate considerando la condizione clinica del paziente, possono apportare importanti problematiche alla salute degli individui, peggiorare stati morbosi già preesistenti o favorire l’insorgenza di condizioni pericolose per la salute.
Proprio per questo motivo possono essere proposte ed elaborate unicamente dai medici, dai biologi nutrizionisti o dai dietisti sotto indicazione medica.

Inoltre un dimagrimento così veloce non porta mai solo alla perdita della massa grassa ma anche di quella magra, e perdere massa muscolare rappresenta un danno irreparabile.

Più che nuovo metodo scientifico o metodo geniale per contrastare sovrappeso ed obesità, il metodo Lemme sembra quindi essere solo l’applicazione di concetti ormai noti da tempo, quali l’indice glicemico, ma estremizzati in una forma che difficilmente può trasformarsi in uno stile di vita, e che inoltre potrebbe comportare dei gravi rischi per la salute.

Del resto iniziare la giornata con un piatto di pasta o una braciola di maiale, escludendo alimenti come frutta e verdura che invece hanno mostrato, attraverso evidenze scientifiche, essere ricchi di preziose sostanze in grado di contribuire nel preservare un corretto stato di salute, difficilmente può diventare un modello alimentare da seguire tutta la vita.

Una buona alimentazione è amica della salute.