La cannabis può aiutare a prevenire i sintomi del disordine da stress post-traumatico, parola di scienziati. Pare, infatti, che questa droga leggera agisca sulle aree del cervello legate ai ricordi traumatici: un ulteriore tassello della ricerca che dimostra gli effetti benefici della marijuana.

I ricercatori dell’Università di Haifa, nello Stato di Israele, hanno esaminato gli effetti dello WIN 55,212-2, una sostanza sintetica che produce effetti simili a quelli del tetraidrocannabinolo (THC) contenuto nella marijuana.

Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzato come questa sostanza andasse a influenzare le reazioni che i soggetti studiati manifestavano quando messi di fronte a ricordi del proprio trauma: coloro che soffrono di disordine da stress post-traumatico tendono, infatti, a vedere certi eventi, posti o situazioni come strettamente legati a quanto gli è capitato, ingigantendo gli effetti negativi.

Fautrice principale dello studio, la Dottoressa Irit Akirav dell’Università of Haifa, ha affermato: “Le scoperte fatte grazie alla nostra ricerca suggeriscono che a breve sarà possibile prevenire lo sviluppo del disturbo da stress post-traumatico così come l’ansietà che insorge a seguito di un evento traumatico“.

Per simulare il trauma, gli scienziati hanno somministrato alle proprie cavie degli shock elettrici: subito dopo, a parte di esse è stata somministrata la sostanza sintetica simile al THC. Pochi giorni dopo le cavie sono state esposte a oggetti che ricordassero loro il trauma subito: e quelle a cui era stato iniettato il surrogato del THC non hanno mostrato sintomi da disturbo da sindrome post-traumatica, mentre quelle a cui erano stati dati – così come comunemente si fa – degli antidepressivi sì.

I ricercatori hanno così osservato che nelle cavie ri-esposte al trauma vi era maggiore espressione di due recettori del cervello associati ai processi emozionali, i cosiddetti ricettori CB1 e GR. Il composto sintetico sostitutivo del THC ha dunque mostrato di prevenire l’espressione di questi due recettori nell’ippocampo e nella corteccia pre-frontale, le aree del cervello in cui si formano e si archiviano i ricordi traumatici.