Viaggiare all’estero non è sempre facile come si potrebbe pensare. Recarsi in un luogo completamente estraneo soprattutto dal punto di vista culturale, può comportare rischi non indifferenti, se non ci si informa prima di partire su quelle che sono le regole basilari da seguire. Non attenersi a determinate norme comportamentali, potrebbe inoltre portare a una vera e propria caduta di stile davanti alle persone che ci circondano.

Le regole ci seguono quindi anche in vacanza, anche nelle situazioni più intime, come ad esempio nelle occasioni in cui è necessario usare i bagni pubblici di aeroporti, stazioni o esercizi commerciali. Ebbene sì, paese che visiti, bagno che trovi, perché anche la zona wc riserva ai suoi clienti un vero e proprio galateo, per sapere precisamente come comportarsi all’estero quando il corpo chiama.

A tal proposito, Tenderly, il noto marchio di carta igienica del gruppo italiano Lucart, chiede aiuto al Galateo Mondiale della Toilette (ICBE – The International Center fot Bathroom Etiquette) che detta regole di bon ton per quanto riguarda i bagni pubblici nel mondo. Ecco quindi tutto quello che si deve sapere prima di entrare nelle toilette internazionali.

Secondo una ricerca pubblicata da Itsaneworld.com, il 75% delle persone usa lo smartphone in bagno. Questo comportamento è però sanzionato dal galateo con un “no”, da Roma a Singapore. Le conversazioni possono infatti disturbare gli altri, i rumori di sottofondo possono disarmare chi ascolta e inoltre si rischia anche di far cadere il telefonino all’interno del water.

Sempre secondo il galateo, anche attività come la lettura di quotidiani online, praticata dal 67% degli intervistati, così come l’invio di sms(59%), l’invio di email (42%) e l’uso dei social network (29%) andrebbero svolte altrove.

Il galateo stila inoltre alcune regole in materia di conversazione. Per gli uomini parlare in bagno è severamente proibito, mentre per quanto riguarda le donne, a loro è consentito intrattenersi dietro le porte dei bagni, mentre è vietato farlo davanti ai lavabi o mentre si è in coda.

Ci sono poi alcune regole che dipendono essenzialmente da quelli che sono gli usi e i costumi tipici del luogo in cui ci si trova.

In Francia e nella maggior parte dei paesi Europei è pratica diffusa pagare per l’uso del bagno pubblico e la carta igienica è prontamente disponibile.

Ad Amsterdam i bagni pubblici sono strutture a pagamento posizionate all’aperto: ci sono i “krul”, tipiche cabine in ferro battuto e i “plaskruis”, campane di plastica a quattro posti.

In Indonesia la “turca” non è dotata di serbatoio per tirare l’acqua: quest’ultima si attinge dal “mandi”, una vasca quadrangolare da cui raccogliere acqua per lavarsi e per buttarla nella turca dopo averla utilizzata.

In Cina la privacy del wc non esiste: i bagni pubblici sono box open-style, non hanno le porte e non esiste alcuna separazione tra gli spazi riservati agli uomini e quelli per le donne.

Il Giappone è un paese veramente all’avanguardia, hanno infatti inventato il ‘washlet’, gabinetto elettronico dotato di tutti i comfort: telecomando per alzare e abbassare l’asse senza toccarla, acqua di varia temperatura con getto regolabile e aria tiepida per asciugarsi, oltre a sedile riscaldato, braccioli e deodorante.

Molti paesi del Sud Est Asiatico non dispongono di impianti idraulici adatti allo smaltimento della carta igienica quest’ultima, quindi, va buttata in appositi cestini collocati accanto alla toilette. Vicino alle turche dei bagni, inoltre, si trovano sempre un contenitore pieno d’acqua o una canna da giardino per lavarsi.