Credit photo: www.movieforkids.it

Furry Tale Gone Bad” è il titolo della nuova raccolta di immagini realizzata dall’artista mediorientale Saint Hoax con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico contro il commercio di pellicce.

Il destino degli animali cosiddetti “da pelliccia” è assolutamente crudele: vengono allevati in pessime condizioni – tenuti in gabbia, dove non riescono nemmeno a muoversi, o al freddo, perchè solo così il pelo può diventare più folto – e spesso arrivano a preferire l’automutilazione piuttosto che continuare una vita che in fondo vita proprio non è.
E se non sono loro stessi ad uccidersi, la morte li aspetta comunque. Per ottenere la pelliccia, infatti, vengono usate delle barre metalliche che, collegate ad una batteria per automobili, paralizzano gli animali per poi scuoiarli.

Fortunatamente, ogni anno, sono sempre di più le petizioni e le campagne che cercano di difendere i diritti degli animali. E questa campagna ne è un esempio: non sono mai abbastanza i modi per dire no alla violenza, di qualunque forma essa sia.

Per questa campagna “Furry Tale Gone Bad“, Saint Hoax ha realizzato alcune immagini che raffigurano i famosi animali dei cartoni Disney. Ma non come siamo abituati a vederli. Simba, Timon, Bambi e altri sono rappresentati con il faccino triste e molto abbattuto, quasi sanguinanti. Tutto questo perchè sono vittime di violenze di chi vuole fare di loro delle banali pellicce. I piccoli cuccioli sono disegnati scuoiati, seviziati e senza il loro bel manto.

Sotto ad ogni foto c’è una scritta: “Animals are beaten, electrocuted or even skinned alive for their fur. Boycott fur” ovvero “Gli animali vengono picchiati, fulminati o anche scuoiati vivi per la loro pelliccia. Boicotta le pellicce“. La scritta è molto forte e dovrebbe servire a fermare un’industria che è terza per portata mondiale, dietro a quella illegale della droga e delle armi.

E non è la prima volta che l’artista mediorientale utilizza i personaggi dei cartoni Disney come oggetti per le sue campagne di sensibilizzazione: già lo aveva fatto in “Princest Diaries” contro le violenze sessuali sui minori e in “Happy Never After” contro gli abusi sulle donne.