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Nell’era dell’anti-innocenza, dove gli affari e l’auto conservazione hanno priorità su tutto, la felicità pare essere un barlume lontano dalla nostra quotidianità.
Viviamo una realtà frenetica, dove tutto é giá stato visto, fatto, assimilato e spesso finiamo col dimenticarci uno degli scopi primari dell’esistenza umana: essere felici.

A questo ha pensato Saamah Abdallah, ricercatore alla New Economics Foundation (NEF), il think-tank britannico che promuove la giustizia economica, sociale e ambientale. Guidato dal desiderio di migliorare il mondo, Abdallah abbandona il dottorato di ricerca sul bilinguismo, conseguitosi all’Università di Barcellona, per dedicarsi al volontariato. Così, dapprima per gli immigrati in Spagna, poi per i gesuiti in Polonia, organizza gruppi di studio riguardanti i fattori essenziali per vivere una vita degna di essere vissuta. Tornerà a studiare policy presso l’University College London, diventando successivamente esperto di benessere – al quale organizzazioni come l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), l’Eurostat e il governo britannico si affidando per sapere quali siano i Paesi nel mondo in cui si vive bene, a lungo e in modo sostenibile.

Nel 2006 Saamah Abdallah lancia l’Happy Planet Index, una classifica dei posti più felici del mondo, incentrata sul l’impronta ecologica dei paesi. Un indicatore che capovolge ogni prospettiva, contrapponendosi ai dati asettici del PIL e al World Happiness Report dell’Onu. L’indice della felicità situa nella sua top ten le 83 isole di Vanuatu, gli Stati dell’America Latina, il Vietnam, sino a giungere alla Costa Rica, nominato Paese più felice del mondo nel 2015.

Nonostante l’alto tasso di povertà e la bassa ricchezza pro-capitale, circa 10mila dollari l’anno, le condizioni di vita di questo Paese sono infatti ottime. Il segreto risiede in un lifestyle incentrato sulla semplicità, su bisogni primari ai quali fronzoli e apparenti necessità occidentali sono totalmente esonerati. Inoltre, a dispetto dei classici luoghi comuni, il Costa Rica vanta scuole e ospedali mediamente migliori degli USA. Sebbene questi ultimi riportino primati ed eccellenze al riguardo, é anche vero che tali benefici sono riservati solo ad una parte minoritaria della popolazione, quella più benestante. E qui il Costa Rica fa la differenza. Tra l’altro gli abitanti di questo paese sono i più longevi e in salute del continente americano. A favorire questo aspetto non é solo la sanità garantita a tutti, quanto il clima tropicale, l’alimentazione basata su alimenti freschi e genuini, il contatto con la natura, un’intensa vita sociale e lo stress ridotto. Un’altra particolarità del Costa Rica é l’assenza di un esercito – abolito nel 1949. Questo non ha apportato instabilità politica, al contrario, a differenza di molti paesi centro/sud americani, in Costa Rica vige la pace da molto tempo.

Questi dati ci conducono ad una conclusione apparentemente utopistica ma alla fine dei conti reale: i soldi non fanno la felicità. E questo lo possiamo inequivocabilmente dedurre dal fatto che l’Happy Planet Index disegni un mondo a testa in giù, dove i paesi industrializzati riportano una netta minoranza di persone felici rispetto ai paesi in via di sviluppo. Non è il denaro, ma la qualità di vita e la sostenibilità ambientale a rendere le nostre vite felici.