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La dieta reducetariana nasce dal movimento alimentare lanciato da Brian Kateman, un giovane ricercatore dell’americana Columbia University del dipartimento di Ecologia e biologia ambientale, che ha come elemento chiave un consumo limitato di carne, una scelta a cui tutti possono facilmente aderire in quanto meno proibitiva rispetto ad altri regimi.

A differenza di regimi alimentari più proibitivi quali la dieta vegetariana, vegana, fruttariana, crudista, questo regime alimentare non bandisce in maniera drastica alcuni alimenti come la carne, ma consiglia di controllarne la quantità e la frequenza di assunzione, nonché la qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole. Fondamentale quindi acquistare prodotti di origine animale in cui il bestiame è nutrito al pascolo, e non in allevamenti intensivi.

Una vera e propria scelta etica che mira a sviluppare una maggiore consapevolezza verso l’ambiente e la salute.

Il movimento è diventato subito virale tanto che sui social è stato lanciato l’hashtag #lessmeat, ovvero meno carne da provare per un regime alimentare di almeno 30 giorni.

Sotto la lente d’ingrandimento non troviamo soltanto la tanto discussa ed incriminata carne rossa, ma tutte le carni compresi gli affettati.
In realtà le dosi ridotte da introdurre nella dieta quotidiana includono anche altre fonti proteiche di origine animale quali pesce, molluschi, uova, latte e derivati.

Via libera invece al consumo di legumi, cereali e verdure.

Come portare in tavola meno carne

Per limitare il consumo di carne un primo piccolo e semplice consiglio è quello di evitare di consumare nei due pasti principali questo alimento: se si è mangiata a pranzo sostituirla con un altro alimento la sera.

Necessario poi identificare all’interno della settimana una giornata in cui non vengano consumate proteine di origine animale, scegliendo ad esempio in alternativa i legumi, un alimento che nelle giuste quantità può completamente sostituite la carne fornendo tutti i fabbisogni nutrizionali necessari all’organismo.

Imparare a riproporzionare i nostri piatti, riducendo la quantità di carne consumata ed incrementando le porzioni di verdure e ortaggi.

Introdurre poi, al posto della carne, almeno 2-3 giorni in cui viene consumato preferibilmente il pesce, magari scegliendo la varietà azzurra ricca di acidi grassi essenziali, omega 3 ed omega 6, preziosissimi per il nostro organismo ed in grado di proteggere il sistema cardiovascolare.

Il parere dell’esperto

Ma siamo certi che la dieta reducetariana sia effettivamente un concetto nuovo?

Forse lo sarà in America o nei paesi anglosassoni che hanno fatto delle proteine animali il fulcro della loro dieta quotidiana, ma se noi italiani la analizziamo bene ci renderemo conto che non è altro che una rivisitazione della nostra e tanto preziosa dieta mediterranea.

Anche questa infatti pone alla sua base un consumo frequente di cereali, legumi e verdure, consigliando una bassa frequenza di assunzione per quanto riguarda le proteine animali.

Sicuramente questo nuovo regime alimentare pone un accento importante sulla qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole, e che è sicuramente un aspetto fondamentale che non deve essere tralasciato dal consumatore.
Imparare a scegliere gli alimenti giusti, capire effettivamente la salubrità e la genuinità dei cibi che consumiamo, non lasciarci influenzare solo dalla denominazione “prodotto biologico” ma capire effettivamente la provenienza di questi, è importantissimo per riuscire a nutrirci in maniera corretta preservando il nostro stato di salute.

Una buona alimentazione è amica della salute.