Credit: mitindo.it

Un particolare modo di spiegare l’amore quello di Emma Seppala – studiosa che ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in psicologia presso l’Università di Stanford – che analizza le caratteristiche delle coppie che oggi funzionano meglio attraverso precise classificazioni compiute da Adam Grant – una docente di business school presso presso l’Università della Pennsylvania.

Secondo queste precise classificazioni dei due studiosi ci sono tre tipi di categorie di persone e di amatori: i donatori, i prenditori e infine quelli che preferiscono gli scambi, ovvero una via di mezzo di due.
I donatori sono stati classificati come la schiera di persone con la maggior possibilità di vivere una vita sentimentale felice, ma nello stesso tempo, e paradossalmente, i donatori sono coloro che corrono maggiori rischi di essere delusi. Questo perché i donatori sono coloro che si prendono cura degli altri, e pensano continuamente, per esempio, a regali per il/la partner, tenendo conto dei suoi interessi e della sua vita. Sono coloro che più volte chiedendo: “Cosa posso fare per te?”. Sono persone fantastiche, dice Grant nel suo libro, che vedono nel rapporto un’opportunità per dare e prendersi cura.
I prenditori invece sono tutto il contrario: pensano, la maggior parte delle volte, al proprio interesse, e trattano bene solo le persone che possono aiutarli in qualche modo a raggiungere i propri obiettivi.
In mezzo, infine, ci sono gli scambisti, cioè coloro che cercano e vogliono mantenere un equilibrio nel rapporto: ad esempio, quando danno qualcosa lo fanno con la speranza e l’aspettativa di ricevere qualcosa in cambio, così come quando ricevono sentono il bisogno, al contrario, di ricambiare con qualcosa (sono coloro che dicono o potrebbero dire “Io l’ho fatto per te ma tu non hai fatto niente per me”). Vivono una sorta di rapporto matematico con il/la partner, basato spesso su quelle che a tutti gli effetti sono transizioni commerciali.

Credit: giornalettismo.com
Credit: giornalettismo.com

Tirando le somme, si può dunque dire che la condizione ideale è quella del “donatore consapevole”, cioè colui/colei che non rischia di cadere succube delle trappole quotidiane di un prenditore proprio perché conosce l’esistenza di questa categoria e di quella degli scambisti. Nonostante tutto, il “donatore consapevole” ama essere altruista e generoso, e se ben motivato, si sacrifica spesso per il bene delle altre persone.

“Se volete essere felici e avere successo – ribadisce e conclude Grantavete bisogno di essere o diventare un donatore”.

[Credit: giornalettismo.com]