Credit: divisescolastiche.com

Le donne sì, si sentono belle col trucco e i vestiti, lunghi o corti, meglio se minigonne; con i top scollati, dietro ma anche davanti; con le scarpe con il tacco, però, anche le ballerine. Alle donne piace anche, molto spesso, essere donne con i pantaloni e con i maglioni intrecciati, con le camicia accollata. Le donne sono donne con i bikini a fiori, a cuori, lisci, con i merletti; con i costumi interi, quelli un po’ old fashion che ora sono tornati di moda. Gli uomini sì, si sentono belli con i pantaloni e i maglioni, con le magliette trasandate, con le scarpe stringate. Ma non sempre.

A volte, tutte le mattine, specialmente se in ritardo, accade che nella storia di una donna si possa avvertire una certa forma di strana indecisione, di un non so che di impreciso; che si possa ascoltare la melodia del guardaroba, cercando un completo adatto, una maglietta colorata per una grigia giornata. Nella storia di un uomo no, non accade niente di tutto questo, gli uomini prendono un pantalone, un maglione, un vestito quando hanno un impegno. E basta così.

Nella storia di una donna, ma anche in quella di un uomo, è accaduto che, almeno una volta, l’aria fresca dei college americani, con i giardini, le camere, le uniformi e tutta la gioventù che ci gira intorno, abbia fatto sognare e innamorare. Sì, soprattutto le uniformi.
Insomma, almeno una volta nella vita l’abbiamo detto: “sì, nella mia scuola voglio l’uniforme. Ahimè, la campagna non è quasi mai andata a buon fine e con le gonnelline scozzesi e un piccolo esercito di alunne e alunni uguali che affollavano i corridoi tra i nostri neuroni, a malincuore, siamo tornati a casa.
uniformi scolastiche

Eppure magari, nelle scuole che vestono alla maniere in cui noi sogniamo, i sogni, invece, sono fatti della stessa sostanza delle nostre tradizioni, perché per noi andare vestiti a scuola come si vuole è un diritto. E se pure noi abbiamo sognato, quell’unica volta nella vita, di avere un’informe, la verità è che la pazienza infinita e tutta l’indecisione di ogni mattina quando apriamo l’armadio a noi piace.

Gli alunni australiani dovranno soffrire nelle uniformi ancora per un po’, o ancora per molto, chi lo sa. C’è una scuola, però, la Sydney’s Newtown High School of the Performing Arts che ha cambiato rotta in materia di uniformi. Ebbene sì, non ci sarà più l’uniforme per ragazze e l’uniforme per ragazzi, ci saranno uniformi da ragazze che andranno bene anche per i ragazzi e viceversa. È la teoria gender che approda nel modo di vestire: i ragazzi potranno indossare le uniformi che prevedono le gonne e le ragazze potranno essere libere di manifestare il loro lato mascolino indossando, semplicemente, dei pantaloni. È tutto molto semplice, è tutto molto egualitario.

Jo Dwyer with friends outside Newtown High School of Performing Arts. Photo: Peter Rae
Jo Dwyer with friends outside Newtown High School of Performing Arts. Photo: Peter Rae

La scuola in questione, a cui noi facciamo tanti applausi, è una scuola assai progressista e fortemente criticata. Criticata dalla Lobby Cristiana Australiana che quasi teme questa salvaguardia del sentimento primo e più puro, la felicità di essere e vestire come si vuole. Infatti, tutta questa storia di sentirsi uomo o donna non ha importanza perché ora tutti possono indossare gonne e tutti possono indossare pantaloni; e questo non è altro che una radicalizzazione della teoria gender.

Maya Saric, madre di due studenti della scuola, è contenta che gli alunni possano sentirsi liberi di fare le scelte che vogliono. “Se i ragazzi stanno davvero combattendo contro questo problema, allora loro non dovrebbero essere ulteriormente messi alle strette dalla scuola – ha dichiarato al telegiornale della ABC – Stanno già affrontando parecchie crisi. Davvero non è importante di che colore sia il loro pantalone o se vogliono indossare gonne o pantaloncini.”

La felicità, a volte, ha anche le forme di una gonna da uniforme e di una camicia maschile.