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Tutti conosciamo la storia di Mowgli, il cucciolo d’uomo allevato da un branco di lupi nel cuore della giungla, dove impara a conoscere, rispettare e condividere il suo spazio con gli altri animali, quali elefanti, serpenti e piccoli ratti. Quando scopre che quel posto non è più ospitale per lui, il ragazzino è costretto a intraprendere un viaggio verso il villaggio degli uomini. Il live action de “Il libro della giungla” non è solo una storia sull’importanza della famiglia, ma è anche occasione per espandere il tema, sempre attuale, del valore dell’appartenenza al branco.

Credits: moviesforkids.it
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Come esseri umani abbiamo il bisogno di essere parte di qualcosa, di stare insieme a qualcuno, creare dei legami, e vivere in un posto che possiamo chiamare casa. Queste necessità ci aiutano a dare un senso alla nostra esistenza. Nella società odierna, però, ci siamo divisi, iniziando a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, soprattutto quando si parla di famiglia e di adozioni. Ne “Il libro della giungla”, il piccolo Mowgli è consapevole di non essere un animale a tutti gli effetti, ma la madre lupa, che lo ha cresciuto e coccolato insieme agli altri cuccioli, non vede nessuna differenza poiché per lei resta sempre suo figlio. Al contrario, la tigre Shere Khan sa che Mowgli crescerà prima o poi e diventerà crudele come gli altri uomini, perché quella è la sua natura.

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Perciò il ragazzino esce dal nido famigliare, perché costretto a ritornare nella sua casa, al fine di restare al sicuro. È in quel momento che conosce il mondo, i suoi pericoli e le sue insidie. L’incontro con l’orso Baloo è fondamentale perché è grazie a lui che apre gli occhi e comprende che la sua diversità è in realtà un dono, perciò non deve fuggire, ma restare e combattere per i suoi diritti. Il concetto finale è questo: non sei tu a scegliere la famiglia, ma è lei a scegliere te, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle e dal credo religioso. Perché ci sono certi legami che sono semplicemente destinati ad esistere e che la società non potrà mai spezzare, come quello dell’amore di una mamma per il proprio figlio.