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Se c’è una cosa che l’epoca del 2.0 mi deve indietro è il romanticismo.
Perché, vedete, questa storia dell’istantaneità sta facendo perdere di valore ai rapporti. Una realtà efficace, travolgente e risolutiva, certo. Ma che termina nell’attimo subito dopo e, quindi, nulla ha a che vedere con i rapporti tra le persone. Quelli meritano tempo, di scoprirsi. Meritano contatto, necessario a conoscersi davvero. E costanza, di trovare un motivo valido per volerlo tutti i giorni. E tutto questo lo si impara a Tu per Tu con quel lui che hai conosciuto una sera per caso, in un posto qualsiasi e ti ha colpita per una ragione che ancora non conosci.

Lo esigo, sì.
Perché nella realtà, ormai, non è più così. Ci si sceglie attraverso una piattaforma interattiva. Il gioco di sguardi è stato sostituito dallo scambio di like. Non sappiamo come ride né se quando parla gesticola, ma ci sembra di conoscerla quella persona. Non ne abbiamo mai assaporato l’odore della pelle, ma ce la portiamo a letto. Non lasciamo più che un uomo senta il bisogno di cercarci. Anzi. Lo vediamo online su WhatsApp alle 1.40 di notte e ci domandiamo con chi stia parlando. Con chi eh? Con chi? Perché non con me?! E ti tiene sveglia una notte intera. Del resto non può nemmeno più vantarsi di quella volta in cui è stato fidanzato con una modella. Perché per questo, invece, c’è Facebook e tu hai imparato in un attimo che la sua unica ragazza si chiama Maria e come immagine del profilo ha un gattino, perché – detto tra noi – tanto bella non è. Al primo appuntamento, poi, ci presentiamo in quattro. E gli altri due non sono la coppia di amici salvagente metti che qualcosa dovesse andare storto, bensì i nostri smartphone. Quei dispositivi ben posizionati tra le posate e l’acqua che ci permettono di restare collegati col resto del mondo in qualsiasi momento, a patto che ci estraniamo completamente da quanto ci circonda.

Mi spiego meglio.
Esattamente quello che voglio è domandarmi perché non mi chiama e – per questo sì – non dormirci la notte. E immaginare che, come me, anche lui stia facendo lo stesso. Voglio che la sua chiamata arrivi quando meno me l’aspetto, ma che, per lo stesso motivo, me la ricordi per sempre. Voglio l’imbarazzo delle prime parole bisbigliate a un telefono con la voce che trema. E che lui se ne accorga e rompa il silenzio con una battuta. Voglio un primo appuntamento. Di quelli in cui tutto è da scoprire. Parlare per ore del più, del meno e del di più, che anche se non ci crederai mai alla storia della modella sai che ti vede bella più che mai e intende fare colpo ai tuoi occhi. Voglio contatto. Quello deciso ma non invadente. Quello fatto di abbracci e carezze che solo un uomo.

Quell’uomo. Quello leale, combattivo e altruista. Quello paziente.
L’ultimo dei romantici. Quello che sicuramente ha la batteria scarica, sennò mi avrebbe già chiamata.