La maggior parte dei cani attori che vediamo in azione sui nostri schermi, sensazionali interpreti di spot pubblicitari, film e fiction sono stati addestrati da lui, il dog trainer più famoso in Italia, Massimo Perla. La passione per gli animali, ed in particolare per i cani è nata fin da giovane, quando per hobby si divertiva ad educare cani di amici e conoscenti, che ben presto è diventato un vero e proprio lavoro.

massimo perla

Questa passione gli ha permesso di instaurare con i cani un rapporto di fiducia reciproco e di comunicazione, avendo trovato perfettamente la chiave di lettura per entrare in contatto con il loro mondo. Sempre in costante sperimentazione, dal suo centro Indiana Kayowa a Roma sono passati i cani di Maria de Filippi e Maurizio Costanzo, il Commissario Rex e tanti altri. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per capire qual è il segreto dell’uomo che sussurra ai cani.

Com’è nata questa passione per l’addestramento canino, tanto da spingerla ad intraprenderla come lavoro?

Nasce come tutti i ragazzi che amano gli animali. Ho iniziato quando facevo ancora il liceo artistico, nel tempo libero portavo i cani delle persone più ricche con un pulmino a Villa Borghese, finché non è diventato un vero e proprio lavoro.
Per chi non poteva tenere un cane in casa, a quell’epoca era molto difficile perché i genitori non lo permettevano, quello era l’unico modo per conoscere e studiare il comportamento dei cani. Poi presi un cane mio e mio padre mi caccio di casa chiedendomi di scegliere “o te o il cane“, e io chiaramente scelsi il cane.
In quel periodo lavoravo, non guadagnavo molto, ma bastava per mantenere me, il cane e la casa. Quando non lavoravo facevo l’Università, ma al terzo anno di architettura ho deciso che la mia strada era un’altra. Vedevo per me un futuro migliore e più appassionante, anche se all’epoca, fare il dog trainer non era di moda come adesso.

Come descriverebbe il suo rapporto con gli animali, in particolare con i cani?

Collaborativo. Con il tempo che passa non si smette mai d’imparare perché si scoprono sempre nuovi aspetti del comportamento canino, che rende affascinante questo lavoro. Ovviamente gli aspetti da tenere in conto sono molteplici, come la razza, la mole del cane e il suo carattere e il tipo di padrone.

massimo e sabrina ferilli

Ci può dire qualche segreto per crescere un cucciolo, senza l’aiuto di un dog trainer?

Leggere qualche libro a riguardo e informarsi, non serve per forza l’aiuto del dog trainer. Molte volte si prende un cane senza conoscere come dobbiamo relazionarci a lui e come comportarci. Prima si prende il cane, si commettono gli errori e poi si va dal dog trainer, che secondo alcuni dovrebbe avere la bacchetta magica. Invece, sarebbe opportuno insegnare le regole al cane nel modo giusto, fin da subito, perché quando poi diventa adulto, se le regole non sono state impartite bene, iniziano i problemi

Parlando di errori, quali sono i comportamenti errati che riscontra di più nei padroni?

C’è ne sono tantissimi. In primis, scaricare tutte le frustazioni e gli affetti sul cane, rendendolo troppo “umano”. Il cane ha un suo codice, un suo cervello, un suo linguaggio, e quindi bisogna rispettare quello per fargli capire le cose, altrimenti avremo a che fare con i “separati in casa“. Così chiamo i padroni e i loro cani che vivono insieme, ma non si conoscono, perché non interagiscono.

E se ci troviamo in una situazione in cui vogliamo cercare di educare un cane adulto indisciplinato?

Spiegare in poche parole e per telefono come fare è complicato. Ma, ad esempio se ci troviamo davanti un cane che tira al guinzaglio o che fa i bisogni in casa, la giusta cosa da fare è portarlo il più spesso possibile fuori per la passeggiata, soprattutto che ha mangiato, per farlo abituare nel modo corretto.

Qual è stato il cane che ha addestrato per il cinema o la tv, che le ha dato più problemi?

I cani “attori” sono la maggior parte miei e addestrati nel mio centro, insieme ai miei collaboratori, quindi non riscontro grandi problemi. La parte più complicata dipende dalla difficoltà di alcune scene, il più delle volte. Ricordare in circa 500 film è davvero difficile. Noi cerchiamo di ricreare quelle emozioni che un cane dà nella vita quotidiana al proprietario o agli umani. Il lavoro del dog trainer cinematografico è proprio quello di ricreare queste sensazioni, grazie al cane.

Cosa ne pensa di Cesar Millan, il famosi addestratore americano di cani del programma Dogwhisper?

C’è chi ne parla male, c’è chi ne parla bene, però ci vuole sempre il buonsenso per giudicare. Non condivido pienamente tutti i suoi metodi, ma rimane il fatto che è una persona che ha risolto molti problemi di cani e padroni. Molte volte si ci scaglia contro una persona che sta sotto i riflettori e che sta a 10.000 chilometri di distanza, invece che scagliarci contro un proprietario qualsiasi, che senza accorgersene fa del male al suo cane.

massimo e michelle hunziker

Cosa ne pensa della Pet Theraphy e della sua efficacia?

La Pet Theraphy è importantissima. Si divide in molti rami: c’è quella di assistenza ai malati che riesce a dare a queste persone il giusto stimolo, la giusta spinta a reagire alle cose negative che capitano, che altrimenti non avrebbero. Poi c’è quella di ausilio a tutte quelle persone portatrici di handicap, che hanno bisogno di un aiuto nella vita quotidiana per essere indipendenti. Inoltre la figura del cane è importantissima anche per l’aiuto che dà nell’inserirsi nella società, che così viene semplificato. Anche lo stesso occuparsi dell’amico a 4 zampe è d’aiuto nell’inserimento, perché riesce a dare quel senso di autonomia che serve da spinta.


Parlando del problema dell’abbandono dei cani, soprattutto durante la stagione estiva, quali consigli darebbe a chi vuole o a chi non può portare Fido in vacanza?

Se c’è la possibilità di portare in vacanza il cane e fargli condividere con la famiglia la vacanza, allora ben venga. Ma se dobbiamo portare il cane e poi lasciarlo in casa, mentre la famiglia va al mare, allora meglio portarlo in una pensione ben attrezzata, rispetto che farlo soffrire e farlo stare da solo.
Se si lascia in una pensione e un pò alla volta lo si fa abituare a stare lì, facendo un vero e proprio periodo di inserimento, come si fa con i bambini all’asilo, portandolo nei giorni precedenti alla partenza un paio di volte per poche ore.
Il cane magari all’inizio si sentirà a disagio e magari non mangerà, ma dopo qualche giorno si abituerà, socializzerà con gli altri cani e saprà che dopo quel posto si torna a casa, e quindi, sarà una vacanza anche per lui. Non dobbiamo farci venire ansie inutili, come quella che il cane non può vivere senza di noi, ma deve poter vivere tranquillamente, insieme agli altri.

Ultima domanda: qual è il segreto del suo successo?

Il segreto è la passione che metto in quello che faccio, che ho trasformato in un lavoro. Sono sempre a contatto con gli animali, vivo sempre all’aria aperta, con i pro e i contro climatici del caso, e poi il mio successo sono i cani.
Chiunque vorrebbe avere con il cane un rapporto di intesa e di collaborazione, è un po’ più difficile riuscirci, a certi livelli, ma io ho dedicato 40 anni a questa attività, avendo iniziato molto piccolo, scoprendo sempre qualcosa di nuovo. Adoro il mio lavoro, anche con molti sacrifici, ma sono felice di fare un lavoro che mi piace tantissimo, quindi i sacrifici che faccio sono molto più leggeri, rispetto a chi fa un lavoro che non piace a cui diventano macigni.