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Una nuova generazione riscrive le regole del consumo di vino negli USA a discapito dei Baby boomers. Gli appartenenti a questa generazione si chiamano Millennials, sono i nati fra il 1981 e il 1997; hanno una maggiore familiarità con la comunicazione istantanea resa possibile attraverso l’uso di internet e dei nuovi media utilizzati attraverso siti web come Youtube e siti di social networking come Facebook, Twitter e Instagram. Tutto questo può spiegare come la fama dei Millennials sia orientata allo scambio e al commercio grazie ad una più facile comunicazione attraverso la tecnologia.
I Baby boomers, invece, sono i nati dopo la seconda Guerra Mondiale; sono i ragazzi che hanno fatto la rivoluzione culturale degli anni sessanta.

Secondo il Wine Market Council, i Millennials più giovani che hanno ormai compiuto 21 anni ricoprono, con i loro acquisti di bottiglie di vino, il 42 % dei consumi complessivi. Il cambiamento più importante degli ultimi 5 anni tra i Millennials è la stabilità della fascia più matura, quella dai 30 ai 38 anni, sia in termini economici che di gusti; i wine lovers che, come spiega il presidente del Wine Market Council: ”stanno prendendo sempre più consapevolezza di sé, in quanto amanti del buon vino, e dei propri gusti”.

La generazione dei Millennials ha ridisegnato il modo in cui il vino in America viene commercializzato, confezionato e distribuito al consumatore.
I Millennials optano per la raffinatezza spesso associata al vino e non hanno bisogno di un’occasione speciale per bere, anzi è considerata un’attività sociale e rilassante. La conseguenza è che se i Millennials pagano meno per il vino rispetto ai Boomers, per una disponibilità economica chiaramente meno elevata, lo consumano molto più spesso.
Per un Millennial l’acquisto di vino inizia con la decisione di un range di prezzo che è largamente influenzata dall’occasione dell’acquisto, seguita dall’uvaggio, l’annata, la regione di provenienza e, infine, dalla bottiglia più attraente. In media spendono 20-30 dollari per una bottiglia da consumare a casa, 50 e più durante i pasti fuori.

I Millennials frequentemente acquistano marche di vino sconosciute, perché hanno competenza ad accedere ed ottenere informazioni sui vini; si fidano del parere dei loro amici di Facebook o di un sito di recensioni fatte dai consumatori molto di più rispetto a quelle di esperti e professionisti. Per questo motivo l’industria del vino sta prendendo misure importanti per garantire che il loro marchio sia rappresentato in questa luce.

bellinicantine.blogspot.com
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Dopo la California, è italiano il vino più amato dai figli dei Baby boomers, riconosciuto per eleganza, versatilità ma soprattutto per la qualità. Le regioni italiane più scelte sono Toscana, Veneto, Sicilia e Piemonte, mentre una nota a parte merita il Prosecco, considerato un vero must per i Millennials. Senza dubbio è su questo target che le aziende devono puntare, intercettando il loro bisogno di prodotti unici e differenziati, il loro forte senso di individualità e di identità personale.