“Un essere umano è una creatura estetica, prima ancora che etica” scriveva così Joseph Brodsky, intuendo prima di altri la continua necessità dell’umanità di rispondere a canoni di bellezza prima ancora che alla semplice morale. Esempio di questo concetto è la nuova tendenza per l’estate 2015, il mons pubis. Questo sostituisce il bikini bridge” e il “thigh gap” come trend social e non solo, arrivando a definire come antiestetico un pezzo di carne poco sopra il pube.
A rendere il fenomeno davvero insistente arriva poi la chirurgia estetica che con il Monsplasty, chiamato anche Pubic Lift, si ripromette di aiutare le donne ad eliminare il cumulo di grasso indesiderato nella zona intima. Ma andiamo per gradi e scopriamo insieme qual è la novità.

Il significato di bellezza è cambiato ormai da un po’: le donne tutte curve sono rimaste cristallizzate negli anni ’50 nelle immagini di Brigitte Bardot e Marilyn Monroe. Da allora grasso non è più sinonimo di bello ed il corpo si è andato ad assottigliare sempre più ogni decennio, arrivando ad intaccare anche l’ultima parte di carne utile nella ricerca perenne della perfezione.

Così la nuova idea di bellezza, strano a dirsi, si è fatta ancora più radicale ed ossessiva da quando anche i social possono trasformare qualsiasi elemento in trend. L’ultimo hashtag prima del #mons pubis era infatti il #bikini bridge, letteralmente ponte del bikini. Parliamo di quella parte di corpo che si intravede su ragazze particolarmente magre, nel momento in cui il costume, anziché aderire sulla pelle, rimane sospeso tra le ossa di un’anca e l’altra.

La moda, difficile da spiegare, non aveva però trovato molti ostacoli per farsi amare, soprattutto dalle fan dei selfie, sostituendo così facilmente il thight gap, ossia lo spazio tra le cosce. Con questo canone, nato da una foto postata dalla modella Cara Delevigne, si esaltavano come esempio di bellezza delle gambe che non si toccavano tra loro all’altezza delle cosce. L’hastag #thigh gap è però ormai acqua passata e oggi i social cinguettano #monspubis.

Ma che cos’è?

In questo caso, le aspiranti Miss summer 2015 hanno riscontrato il problema in quel cumulo di carne che si forma generalmente nella zona pubica con l’aumento di peso, la nascita di un bambino o ancora l’invecchiamento. Il mons pubis non rappresenterebbe affatto la bellezza e nemmeno la perfezione. Prima che la stagione estiva arrivi dunque, gli esperti hanno pensato ad una nuova forma di chirurgia plastica chiamata “Monsplastic”.

Da quel che si dice, questo trattamento ridurrebbe la pelle cascante e stringerebbe il muscolo e il tessuto rimanente per creare una perfezione apparente.
Nulla di strano, se non ci ricordassimo che il mons pubis si riferiscce ad una delle parti più delicate del nostro corpo. A detta dell’esperto Jamie Sherril però l’operazione non è affatto invasiva e utilizzerebbe semplicemente l’energia della radio frequenza per rafforzare il collagene nella pelle e aiutare la donna a sentirsi più giovane. Rimangono comunque le perplessità.

Perché sottoporsi ad un simile trattamento?

La risposta dovrebbe essere chiara oltreoceano, alle donne di Costa del Sol, dove la clinica sembra destinata ad avere successo, e agli studiosi inglesi, che nel frattempo hanno definito già un prezzo, pari a quasi 1500 sterline per l’operazione.

Una riflessione però dovrebbe venire spontanea su quale sia oggi, nel 2015, il vero significato di salute associato alla bellezza estetica e se, dopo il bikini bridge e il mons pubis, si possa ancora parlare di sostanza ed etica come valori di primo ordine.