La decisione di iniziare a prendere la pillola anticoncezionale è, se ben ponderata, un momento decisamente confuso nella vita di una donna. Per poter valutare quale sia la cosa migliore per noi bisogna avere una moltitudine di informazione, a 360 gradi, che dovrebbero giungerci dal nostro ginecologo, ma che spesso, questi medici omettono.

Cos’è la pillola anticoncezionale?

Innanzitutto chiariamo cos’è la pillola anticoncezionale e per farlo ci avvaliamo della definizione della dottoressa Elena Zannoni, Responsabile di Chirurgia Conservativa ed Endoscopica e Specialista di Humanitas Fertility Center.
“La pillola anticoncezionale è un’associazione ormonale (a base di estrogeni e progesterone) che comporta la soppressione dell’ovulazione, con conseguente impossibilità a concepire.”

Un recente studio ha dimostrato che l’assunzione regolare della pillola potrebbe ridurre la possibilità di riscontrare un tumore alle ovaie e dimezzare quello all’endometrio. Lo afferma uno studio coordinato dall’università di Oxford pubblicato dalla rivista Lancet Oncology.
I ricercatori hanno esaminato i dati di 36 studi in tutto il mondo su un totale di oltre 27 mila donne, trovando che ogni cinque anni di utilizzo della pillola il rischio cala di un quarto, un effetto protettivo che rimane anche dopo aver smesso per almeno 30 anni.

Ma per avere una visione completa, bisogna anche considerare altri fattori.

Dunque la pillola anticoncezionale riduce, quasi annienta, il rischio di rimanere incinta, eliminando la fase dell’ovulazione. Ma questo è anche il motivo per cui questo farmaco può modificare il desiderio sessuale perché sopprime le fasi di estro, generando un calo. Inoltre un altro studio dell’Università della California ha riscontrato un assottigliamento di due aree cerebrali nelle donne che fanno uso della pillola, quello emotivo e quello decisionale. Questo potrebbe essere il motivo per cui alcune donne accusano sintomi di ansia e depressione quando fanno uso della pillola anticoncezionale.

Anche il Dott. Umberto Veronesi ha lanciato un appello a tutte le donne che ancora non prendono questo farmaco, perché come afferma “assumere la pillola per 15-20 anni riduce del 90% il rischio di cancro all’ovaio, senza aumentare il pericolo di altri tumori”.

Ma non si può omettere che l’assunzione degli estroprogestinici, ovvero di farmaci a base di estrogeni e di progesterone e ormoni femminili, sia molto aggressiva per alcuni organi femminili, come le mammelle o la cervice. Esiste infatti un piccolo aumento del rischio di tumori della cervice e del seno, che comunque sparisce non appena si sospende la terapia. Tuttavia chi ha casi pregressi o ereditari in famiglia di tumori al seno o alla cervice deve prima parlarne bene con il proprio medico.

Anche il sistema circolatorio viene interessato. Vene e arterie soffrono molto la presenza estrogenica e la pillola ha una potenzialità trombogena, ma si tratta di un rischio molto inferiore a quello causato dalla gravidanza la quale può essere estremamente più pericolosa della pillola da questo punto di vista. Cautelativamente il medico richiede proprio gli esami per la coagulazione, per accertare che non ci sia una predisposizione a tromboflebite.

Uno dei dubbi che assale le donne quando sentono parlare di pillola anticoncezionale è l’aumento di peso e la comparsa della ritenzione idrica. Purtroppo non si può definire un mito da sfatare, questo, perché la cellulite aumenta e i liquidi ristagnano negli spazi intercellulari. Inevitabilmente il peso sale di uno-due chili, sia per la ritenzione che per l’aumento di appetito solitamente rivolto verso i carboidrati. Sebbene questi effetti possano essere solo relativi ai primi mesi, non oltre.

Un mito da sfatare, invece è quello che sostiene che la pillola possa causare infertilità. Nulla di più falso. “La pillola non provoca infertilità, anzi teoricamente preserva la fertilità, perché impedendo le croniche ovulazioni impedisce una mini infiammazione mensile che può risultare dannosa al distretto pelvico. La pillola aiuta inoltre a prevenire alcune patologie nemiche della fertilità, come le l’endometriosi, o le cisti ovariche ha chiarito la Dott.ssa Zannoni.

Altri benefici sono certamente la regolarizzazione e la riduzione del flusso e del dolore mestruale (dismenorrea), una croce con cui molte donne combattono ogni mese. E ciò si ripercuote in modo positivo sui parametri ematici, con risanamento di molti casi di anemia e conseguente miglioramento della qualità della vita.