Platinette e Simone Gerace danno vita a “Sei Donna?” un dialogo semiserio sulle donne in televisione. Nel dialogo tra Mauro Coruzzi (in arte Platinette) e Simone Gerace si parla di televisione, o meglio, delle conduttrici televisive e, in generale, del ruolo della donna in TV rispetto ai loro colleghi uomini.

Attraverso una bellissima e divertente analisi della televisione degli ultimi 50 anni, ecco come la donna riesce a delinearsi davanti al piccolo schermo, conquistando sempre più il pubblico e scavalcando, di gran lunga, i loro colleghi. Qual è il segreto di tanta bravura? Platinette ha scelto di raccontarsi, in esclusiva, per i lettori di Blog di Lifestyle.

“Dialogo semiserio sulle donne in televisione”: com’è stato scrivere questo libro?

Avendo impostato il libro in una serie di lettere, come quelle che si scrivevano una volta, i due autori hanno lavorato separatamente con un meccanismo di scrittura tale per cui uno passava la palla all’altro e nessuno sapeva cos’avrebbe proposto alla fine della lettera se non quando la lettera la riceveva. Abbiamo scritto sotto l’impulso della passione per “la donna” in tv e ci siamo incontrati grazie ad una puntata di Barbara d’Urso. Siamo diventati amici, abbiamo continuato a scambiarci opinioni sulle donne della televisione, abbiamo cercato di mettere in risalto alcune delle qualità che addirittura nella vita quotidiana non vengono messe mai in evidenza.

Nel libro si parla di “girl power”, il potere delle donne: che cos’è e da dove nasce?

La televisione di oggi: se non ci fossero queste donne è come se spegnessi la tv, perché non c’è un momento della giornata in cui non ci siano una o più figure femminili al lavoro, al momento stesso, in concorrenza l’una con l’altra, di fronte alla rivalità inevitabile dei numeri, sia che sia in prima serata sia che sia la mattina presto. Le figure come la Carlucci o la De Filippi, Barbara d’Urso, Cristina Parodi, Benedetta Parodi… è un continuo vedere donne in televisione 24h su 24: sono solo donne; uomini così bravi e capaci di affrontare l’intrattenimento così come fanno le donne non ce ne sono, forse perché questi si vergognano un po’ di farlo, si sentono troppo grandi giornalisti e considerano questa realtà come distante. Molti sono, però, gli uomini bravi in tv come Fabrizio Frizzi o Carlo Conti.

Come riescono queste donne a combinare successo e professionalità come armi in più?

Ciascuna ha un suo “sistema”, ma ci sono elementi che possono risultare comuni: se penso a Barbara d’Urso o Lorella Cuccarini mi viene subito in mente una forza di volontà molto forte, così tanto da riuscire a far realizzare loro un obiettivo; questo viene perseguito con una mente molto chiara. Se oggi sono così è tutto un enorme sforzo di qualità. È una questione anche di atteggiamento.

Quanto conta la bellezza al femminile in tv?

Dipende da chi se la porta addosso come una necessità. Non ce n’è una nella storia dello spettacolo che non abbia chiaramente almeno fatto ricorso alla chirurgia estetica. Ciò che noi vediamo bello è quello che ci convince sugli altri. Capisco che per loro la bellezza possa rappresentare un’angoscia e che molte di loro possano essere ritoccate, rifatte: le più grandi entertainer della televisione, non italiana ma americana, come Joan Rivers, che io ho amato per la sua crudeltà e la sua cattiveria, hanno fatto ricorso a più o meno evidenti “ritocchini”. Se si vanno a confrontare le sue foto da più giovane con le foto dell’ultima fase prima di morire si vede una differenza netta, ma comunque il suo modo di fare televisione è rimasto lo stesso, la sua cattiveria era una cattiveria che non risparmiava addirittura neanche se stessa.

Signorine del tubo catodico: quanto ha funzionato ad oggi il modello letterina/valletta, basti pensare a Ilary Blasi o Elisabetta Canalis?

Non c’è una regola. Un po’ come la storia del Grande Fratello: chi l’avrebbe mai detto che da quel programma sarebbero usciti attori di cinema e palcoscenico, conduttori; chi l’avrebbe detto che avrebbero generato fenomeni come Tarricone? Non è la provenienza che conta, ma la possibilità che la provenienza ti può dare. Tra le grandi ragazze della tv, e non solo, ce n’è una bravissima, Roberta Lanfranchi. Tutti gli altri sono spariti e non è un caso.

Apparenza e finzione vs. realtà e verità: in quali percentuali ci sono queste due opposte componenti in tv?

Se si fa un programma, come si faceva una volta, di moda, quelli molto raffinati e senza conduzione o con la conduzione appena accennata, l’apparenza non solo è la forma ma il tutto. Secondo quello che si dice Alessia Marcuzzi sarà la conduttrice dell’Isola dei Famosi : in quel caso non è importante se lei quest’anno metterà qualche esponente della moda o meno, ma come lo farà.

Qual è il tuo modello ideale di televisione femminile?

La televisione che sia capace, come non accade più, di intercettare la verità che non sono quelle dei ruoli. Mi piacerebbe una tv di confessioni, di emozioni forti, raccontata con la verità, che può essere anche una naturalmente pericolosissima, perché tu sei volontariamente messo in gioco. Una tv davvero vera, non un insieme di costruzioni ad hoc. Anche se fare una televisione così non è per niente facile. Adesso la tv è dissanguata, la mania dei social l’ha distrutta.

Cosa ne pensi della tv urlata?

Tutto il bene possibile, almeno rimango sveglio. Litigano in maniera urlata molto di più i politici. Vedere Tina Cipollari con un anziano corteggiatore e farne nascere un litigio da vicolo di paese dell’entroterra non mi scandalizza per niente, anzi.

Quanta meritocrazia c’è davvero in tv?

Non credo che ci sia: si devono fare i numeri, la pubblicità, quindi perché certi programmi che non funzionano vengono riproposti? Forse perché c’è una grande pressione dietro. La meritocrazia non è un valore uguale per tutti: chi va in onda perché fa numeri e chi va in onda nonostante non faccia numeri. Barbara d’Urso non ha nessuna forza, senza non i numeri che fa e probabilmente sono quelli il segno della meritocrazia.

Quale può essere il futuro per le donne in tv?

Non ce n’è uno solo fino a quando non ci sarà un direttore di rete donna come è accaduto adesso con Mediaset.