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In Irlanda, considerato stato democratico per eccellenza, dal 1983 è illegale abortire salvo rischi concreti per la mamma del nascituro: è qui che si inserisce #repealthe8th, la campagna sociale, partita da Twitter il 2 novembre, che si oppone a questo divieto con lo scopo di sensibilizzare cittadini e governo per l’abrogazione o modifica di questa misura.

«Lo Stato afferma il diritto alla vita del nascituro e, tenuto conto dell’eguale diritto alla vita della madre, garantisce nella propria legislazione il riconoscimento e, per quanto possibile, l’esercizio effettivo e la tutela di tale diritto, attraverso idonee disposizioni normative» – è quanto viene sancito nell’8^ emendamento della Costituzione irlandese richiesto e ottenuto proprio dai cittadini poco più di 20 anni fa per tutelare il diritto alla vita.

Oggi, invece, la situazione è ben diversa. Numerose mamme o future tali digitano su Twitter l’hastag #repealthe8th inserendo a fianco dettagli sul proprio ciclo mestruale. L’idea, di cui l’attrice comica Grainne Maguire è pioniera, ha preso forma il 2 novembre con il primo tweet della stessa e intende ribadire il diritto delle donne di avere il controllo sul proprio corpo. Questo implica anche che gli sia consentito abortire senza dover ricorrere a sotterfugi quali il viaggio nella vicina Inghilterra.

Sono, infatti, circa 10 al giono le donne che si recano nell’isola vicina per abortire: scelta che comporta anche dei rischi sopratutto salutari. Ancora di più sono quelli che si corrono in sala parto in caso di mancato aborto “forzato”: nel 2012, Savita Halappanavar è morta dissanguata a Galway dopo un aborto spontaneo. C’è ancora un’inchiesta sul se un aborto avrebbe potuto salvarle la vita.

Per interrompere dunque un circolo vizioso che potrebbe davvero mettere a rischio le donne irlandesi, sulla scia di Graine Maguire, proprio le soggette più a rischio hanno condiviso on line il loro ciclo mestruale.

“Women of Ireland! Your vagina is their business! Tweet @EndaKennyTD your menstrual cycle #repealthe8th” : è la provocazione lanciata al primo ministro, taoiseach, Enda Kenny, cui sono seguiti una serie di altri tweet:

L’obiettivo è quello di infondere la consapevolezza che l’aborto è un diritto, così come la vita e la libertà d’espressione o ancora il matrimonio sia tra etero che tra gay. In uno stato all’avanguardia anche su quest’ultima questione, le donne, rischiano ancora di essere carcerate se scelgono l’aborto: da cane da guardia dei diritti, Amnesty International si schiera dalla parte delle donne raccogliendo le firme utili per indire un referendum e ottenere l’abolizione dell’8° emendamento e dunque l’incostituzionalità dell’aborto. #Repealthe8th è solo il primo passo di una lunga battaglia, cui anche le donne italiane stanno mostrando solidarietà.