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La casa del futuro? È smart. Vi siete accorti che il modo di viaggiare è cambiato? Che sempre più spesso le persone preferiscono alloggiare in case abitate piuttosto che in hotel?
Con il passare del tempo il turismo è diventato sempre più casalingo e questa tendenza imporrà, in futuro, un cambiamento delle abitazioni, la cui parola d’ordine sarà sharing.

Joe Gebbia, cofondatore di Airbnb ritiene che, in particolare nelle metropoli, gli spazi abitativi saranno orientati alla condivisione.
Quando parliamo di smart home non ci riferiamo all’ecosistema domotico bensì
a una nuova concezione architettonica che cambierà radicalmente il concetto e le funzioni dell’abitazione e dei suoi spazi. In altre parole ci saranno spazi flessibili e concepiti per la condivisione, senza trascurare ovviamente l’intimità dell’individuo.

Tralasciando il discorso delle abitazioni e alzando un po’ lo sguardo all’intero condominio, si ritiene che esso scomparirà lentamente in favore del residence. In altre parole si tratterà di strutture realizzate per intere comunità, con una funzione spiccatamente turistica.
Gli appartamenti saranno ovviamente separati ma con ampie aree comuni, fatte di giardini e luoghi per mangiare, così come spazi ricreativi per il relax.
La casa condominiale 3.0. sarà dunque diversa da come la intendiamo oggi, ovvero molto più condivisibile ma senza trascurare le esigenze di riservatezza.