Credits: www.repubblica.it

Oggi è un giorno pieno di dolore, come lo è stato lo scorso 13 novembre, con gli attentati terroristici che hanno sconvolto la città di Parigi. Come lo è ogni volta che l’umanità viene distrutta in modo tragico, quando povere vittime innocenti perdono la vita senza una ragione, perché che ragione ci deve essere a lasciare questo mondo, a lasciare amici e familiari?

Gli attentanti di Parigi, quelli di Ankara e tutti gli altri ci rendono impotenti davanti ad un mondo che ci sembra sempre peggio, giorno dopo giorno. Un mondo in cui sembrano prevalere l’odio, la cattiveria e l’inimicizia, dove l’amore sembra solo un lontano ricordo. E ci sentiamo vicini a chi la vita l’ha persa, a chi ha perso un proprio caro, a chi sta vivendo momenti tragici in queste ore e chi le vive ogni giorno, nelle condizioni di guerra in cui è costretto a vivere.

Siamo tutti Charlie, siamo tutti Parigi, siamo tutti Ankara. E, oggi, siamo tutti Bruxelles. Tutti, anche un piccolo bambino migrante di Idomeni, che si trova da giorni in un campo per profughi al confine tra Grecia e Macedonia. Un bambino che, come tutti i suoi compagni, è lì per cercare un rifugio dalla situazione in cui viveva, per cercare un futuro migliore.

Proprio questo piccolo bambino, che avrà sicuramente vissuto situazioni non facili, si sente vicino alla strage di Bruxelles: in ricordo delle vittime, dei parenti e della situazione attuale ha alzato un foglio bianco verso il cielo, come a chiedere delle risposte a qualcuno, in cerca anche di un aiuto per mettere un punto a tutto ciò. Sorry for Bruxelles è la grande scritta che appare sul foglio, un messaggio di cordoglio. Ma anche di tanta speranza.

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