C’è chi sulla pelle si tatua l’amore per la sua metà, per la mamma, per la nonna, per il cane o per qualcosa. C’è chi si tatua ricordi che vuole indelebili, comandamenti raccolti in qualche parola, data o simbolo. C’è chi si tatua poi, perché è di moda.

Oggi il nuovo trend è quello del New Traditional, uno stile che rende protagonisti oggetti e soggetti anni ’20, rivisitandoli in chiave moderna e che sta dilagando come dilagò il tribale negli anno ’80 e il giapponese negli anni ’90.

E in questo nuovo genere retrò chic, il gentil sesso si diletta alla grande dalla parte degli aghi: la convention romana “The other side of the ink”, interamente dedicata alle tatuatrici in cerca del successo, ha ottenuto gran seguito, esibendo proprio i capolavori delle giovani promesse rosa.

Paolo Core, ideatore dell’evento, parla, infatti, di come le donne si stiano ritagliando un posto sempre più consistente nel mondo dei tattoos. “C’è bisogno di valorizzare le tante tatuatrici brave che ci sono sia in Italia che nel resto del mondo, molte delle quali crescono artisticamente all’ombra di un artista famoso e non riescono a trovare il giusto spazio. Le donne non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi uomini e anzi, molte riescono ad aggiungere la famosa “sensibilità femminile” alla loro arte”.

Molti dunque i capolavori disegnati da mani femminili, pensati per qualsiasi esigenza, a disposizione di qualsiasi ricordo e filtrati dall’empatia femminile. “Si tratta di prendere i temi del passato, dagli anni Venti agli anni Cinquanta, e rivisitarli in chiave moderna chiaramente con tecniche migliorate” continua Paolo Core. “Ecco che per esempio una classica rosa, realizzata con colori e sfumature moderne, sembra quasi staccarsi dalla pelle con un effetto che molti definiscono 3D”.

Le tecniche migliorano e la storia di quella che è diventata una vera e propria arte si evolve. Con essa il valore del tatuaggio, un mezzo per rendere vissuti e desideri, vittorie e sconfitte, indelebili sulla propria pelle.